Rapina alla gioielleria di Frazzanò: tre arresti, uno ai domiciliari

Rapina alla gioielleria di Frazzanò: tre arresti, uno ai domiciliari

Rapina alla gioielleria di Frazzanò: tre arresti, uno ai domiciliari

Redazione  |
giovedì 14 Marzo 2024

I due palermitani di 30 e 32 anni si sarebbero avvalsi della complicità di un 22enne del luogo.

In merito alla rapina alla gioielleria di Frazzanò, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno eseguito tre arresti, due in carcere ed uno agli arresti domiciliari. Il Tribunale di Patti ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due soggetti palermitani, rispettivamente di 30 e 32 anni, ristretti in carcere, e di un 22enne del luogo, ristretto agli arresti domiciliari.

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Le indagini sulla rapina alla gioielleria di Frazzanò

La dinamica

Il provvedimento cautelare scaturisce dall’attività investigativa avviata subito dopo una rapina in una gioielleria di Frazzanò (ME), perpetrata nel gennaio 2023. I due indagati palermitani, con il volto coperto, si sarebbero introdotti nel negozio di preziosi e, dopo aver percosso il proprietario, si sarebbero impossessati di diversi gioielli, orologi e denaro, per un valore totale di circa 40.000 euro. Prima di darsi alla fuga, i malviventi avrebbero immobilizzato, legandolo mani e piedi, il gestore. Questi, tuttavia, era riuscito ad attivare il sistema di allarme che ha permesso l’immediato intervento dei militari dell’Arma.

Il coinvolgimento del complice

La successiva fase delle indagini ha permesso di ricostruire la verosimile dinamica della rapina alla gioielleria di Frazzanò e di accertare la presunta complicità di un 22enne della zona. Il giovane complice, prima della rapina, si sarebbe recato nella gioielleria con il pretesto di acquistare dei preziosi. Una volta ultimato l’acquisto, sarebbe uscito dal negozio lasciando volutamente aperta la porta d’ingresso, proprio in concomitanza dell’arrivo dei rapinatori che, senza alcun problema, si sono introdotti all’interno del locale per commettere il reato. Il presunto complice, nell’intento di depistare le prove relative al suo coinvolgimento, una volta fuori avrebbe effettuato una telefonata ai Carabinieri, senza proferire parola.

I provvedimenti cautelari

Gli accertamenti biologici condotti dai Carabinieri del R.I.S. di Messina hanno confermato i gravi indizi di colpevolezza emersi dall’attività investigativa dei militari dell’Arma. Dunque, il GIP del Tribunale di Patti che ha emesso il provvedimento cautelare, eseguito dai Carabinieri nei confronti dei tre indagati.

Ultimate le formalità di rito, i due arrestati palermitani sono stati ristretti presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo, mentre il giovane 22enne del luogo è stato ristretto presso la sua abitazione, in regime degli arresti domiciliari.

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