L’ex assessore Gradenigo sugli interventi a Siracusa: “La terra si è già mossa alle prime gocce di pioggia”. La replica di Pantano: “Non abbiamo ancora finito, in corso misure di prevenzione”
SIRACUSA – Nelle scorse settimane a Siracusa hanno preso il via i lavori di consolidamento di due tratti di via Lido Sacramento ceduti per effetto delle mareggiate. Gli interventi, finanziati dal Dipartimento regionale della protezione civile per un importo complessivo di 420 mila euro, prevedono la realizzazione di una paratia di contenimento e di un sistema drenante che, attraverso una tubazione, consentirà di far defluire lateralmente le acque convogliandole verso il mare. Il progetto prevede anche la costruzione di un sistema di captazione e smaltimento della pioggia. I suddetti interventi sono oggetto di critiche da parte di Carlo Gradenigo, presidente di Lealtà & Condivisione nonché ex assessore comunale.
Il nuovo muro di contenimento sotto accusa
“Non è ancora stato inaugurato il muro di cemento armato realizzato per risanare il tratto crollato di Via Lido Sacramento che la terra, alle prime gocce di pioggia, ha ricominciato a muoversi – commenta Gradenigo che si è recato sul luogo dei lavori girando un video -. Quando si ignorano le cause dei problemi e le parole di coloro che da 3 anni le sollevano mettendone in guardia la città e la sua amministrazione”. “Adesso, forse, davanti all’evidenza – conclude Gradenigo -, si smetterà di parlare e scrivere di erosione del mare e si inizierà a riconsiderare seriamente le acque di falda che interessano tutto il litorale e ne determinano i crolli. Non fosse altro che oramai il muro di cemento armato da 350 mila euro è stato fatto e la strada dopo 3 anni rimane ancora chiusa”.
La replica l’assessore ai Lavori pubblici, Vincenzo Pantano
A Gradenigo replica l’assessore ai Lavori pubblici, Vincenzo Pantano. “Mi preme far chiarezza per dare alla cittadinanza una corretta informazione – afferma Pantano -. I lavori alla data odierna non risultano ultimati, in quanto sul lato mare, area in cui insistono i detriti franati oltre ai materiali di risulta dei successivi lavori di scavo, è prevista la realizzazione di una scogliera. La quale avrà una doppia funzione: da una parte mitigherà l’impatto visivo della palificazione e dall’altra fungerà da protezione dalle onde per la parte strutturale e consentirà al tempo stesso la eventuale fuoriuscita di acque provenienti dal sottosuolo”.
“Difatti, dalle indagini geologiche eseguite da tecnici specializzati, è emersa la seguente stratificazione del sottosuolo: nel primo tratto e per una profondità di circa Mt 1,50/2,00 il terreno è costituito da una serie di falde di pietra calcarea; nel secondo tratto a circa venticinque metri di profondità è presente un compatto banco di argilla che non consente il passaggio di eventuali acque di falda – aggiunge l’assessore -. Inoltre, i pali infissi in uno degli interventi, 18 metri, e nell’altro 13 metri, riportano nell’intera lunghezza un distanziamento l’uno dall’altro di circa 25 cm, distanziamento volto a garantire il normale deflusso di eventuali acque di falda consistenti”.
“È chiaro – prosegue l’assessore – che già tutto questo sarebbe stato sufficiente a garantire il normale deflusso delle acque, ma si sono adottate ulteriori misure di prevenzione: alla base della trave di collegamento di tutti i pali, a circa 70 cm dal piano stradale, misura di prevenzione che è stata erroneamente scambiata per un muro in cemento armato, sono stati previsti dei fori equidistanti e di adeguato diametro con lo scopo di facilitare lo smaltimento delle predette acque”.
“Alla luce di quanto descritto e con assoluta sincerità – conclude Pantano – crediamo che queste misure di prevenzione sarebbero già state sufficienti a prevenire qualsiasi rischio; ma al fine di una maggiore attenzione e tutela, abbiamo voluto adottare un ulteriore sistema di prevenzione di supporto ai precedenti: la realizzazione di uno scavo all’interno della corsia stradale, largo un metro e profondo un metro e trenta, praticamente al di sotto della trave etichettata dal signor Gradenigo come ‘muro in cemento armato’, al fine di creare un vespaio di pietrame di media pezzatura”.
“Quest’ultimo intervento creerà una pendenza che consentirà di far confluire le acque all’interno di due grandi pozzetti che, attraverso una tubazione di scarico, condurranno le acque di falda verso il mare. L’intervento nel suo complesso è frutto di indicazioni forniteci da tecnici specializzati del settore e dell’impegno indefesso dell’Amministrazione alla risoluzione delle criticità emerse nel sito”.