Un impianto verrà realizzato a Bellolampo per la produzione di biometano. Di seguito alcuni dettagli sulla situazione.
Centomila tonnellate di scarti prodotti dal trattamento meccanico, 60mila di organico, poco meno 19mila di materiale ligneo-cellulosico e infine tremila di fanghi di depurazione. È ciò di cui si alimenterà annualmente l’impianto che verrà realizzato a Bellolampo per la produzione di biometano. I dati sono contenuti nel provvedimento che ieri è stato rilasciato dal dipartimento regionale Rifiuti, con cui viene ampliata l’autorizzazione integrata ambientale che la Rap – la società partecipata del Comune di Palermo – aveva ottenuto nel 2013.
Il progetto che vedrà la luce nel giro di qualche anno sarà frutto di un project financing pubblico-privato: da una parte la Rap, dall’altra Asja Ambiente, una delle società più attive nel settore della valorizzazione energetica dei rifiuti.
Digestione anaerobica
Il progetto che ha ottenuto il via libera dalla Regione riguarda l’ammodernamento della piattaforma impiantistica di Bellolampo, la località palermitana nota per ospitare la più grande discarica pubblica della Sicilia. Nello specifico è prevista la realizzazione di una “sezione di digestione anaerobica della frazione organica proveniente dall’impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidi urbani, finalizzata alla produzione di biometano, nonché l’implementazione della sezione di digestione anaerobica della Forsu, derivante dalla raccolta differenziata”. In parole più semplici, i rifiuti che serviranno a produrre biogas da immettere nella rete gestita da Snam saranno quelli provenienti dalla raccolta dell’organico ma anche parte di quelli in uscita dal Tmb, l’impianto che si occupa di trattare i rifiuti indifferenziati prima del loro smaltimento.
Nel 2021 la Rap aveva pubblicato una procedura per selezionare il soggetto privato a cui affidare la realizzazione e la futura gestione dell’impianto. A presentare l’offerta, come spesso accade in occasione di project financing, fu soltanto Asja Ambiente, ovvero la società che aveva realizzato il progetto messo in gara.
A sua volta, Asja Ambiente – società posseduta per l’81 per cento da Agostino Re Rebaudengo – una volta aggiudicata la procedura ha costituito una società a cui assegnare lo sviluppo e la realizzazione delle opere. Si tratta della Biowaste Ch4 Palermo srl, che nell’estate 2021 ha sottoscritto con Rap il contratto di concessione.
“Il completamento, l’integrazione e l’ottimizzazione funzionale della piattaforma impiantistica consentiranno – si legge nella documentazione che accompagna il progetto – la chiusura del ciclo di trattamento dei rifiuti per il territorio di Palermo e per gran parte della provincia, la riduzione degli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana derivanti dalla gestione della frazione organica dei rifiuti urbani, il recupero di materiale per il riutilizzo o il riciclaggio e la riduzione del conferimento in discarica di rifiuti biodegradabili”.
La settima vasca
Il futuro di Bellolampo sarà quello di una piattaforma più moderna, ma resterà comunque un sito in cui verranno abbancati anche rifiuti da smaltire. E questo anche quando verranno realizzati i termovalorizzatori promessi da Renato Schifani. In tal senso è attesa l’ultimazione dei lavori per la costruzione della settima vasca della discarica. Una volta completati, garantiranno una capacità di oltre un milione di metri cubi, spazi fondamentali in una città in cui i livelli di raccolta differenziata lasciano ancora a desiderare.
I lavori di realizzazione hanno subito un rallentamento dovuto all’esigenza di approvare una perizia di variante che ha modificato il tipo di intervento negli argini della vasca. “Una parte di vasca è già in funzione, a breve dovrebbe essere consegnata un’altra tranche. L’opera nel suo complesso dovrebbe essere finita per ottobre”, dichiara al Quotidiano di Sicilia Giuseppe Todaro, presidente di Rap.
Lo scorso mese, l’attenzione a Bellolampo è stata rivolta a causa di un incendio che è divampato – il secondo dopo quello dell’estate 2023 – a ridosso proprio della settima vasca. Sul caso la procura di Palermo ha aperto un’indagine per capire se si è trattato di un atto doloso. Le fiamme, che secondo Arpa non hanno causato particolari complicazioni per quanto riguarda la produzione di diossine, sono partite nel tardo pomeriggio in un momento in cui stava avvenendo un cambio turno tra le squadre che giornalmente operano all’interno della discarica.