Prosegue, intermezzato dalla pausa estiva, il lavoro del Governo Meloni per la realizzazione della riforma tributaria. Numerose le novità presenti nel provvedimento: dal discarico al nuovo sistema di dilazione dei debiti erariali
ROMA – Prosegue, intermezzato dalla pausa estiva, il lavoro del Governo al fine di realizzare la riforma tributaria di cui alla legge delega n. 111 del 9 agosto 2023.
Il riordino del sistema nazionale della riscossione
Giunge così in Gazzetta ( G.U. n. 184 del 7 agosto 2024) il decreto legislativo riguardante il riordino del sistema nazionale della riscossione, il provvedimento che, in forza della Legge delega sulla riforma tributaria, il Governo ha approvato una prima ed una seconda volta, principalmente per eliminare un punto, originariamente previsto, che consentiva la possibilità della cartolarizzazione dei crediti erariali ritenuti inesigibili (e per questo riconsegnati all’Ente che glieli aveva affidati) tramite affidamento degli stessi a società specializzate.
Una disposizione quest’ultima, bocciata dalla Ragioneria generale dello Stato, che comportava un onere finanziario (la rinuncia ad una parte del credito) che non trovava copertura in bilancio.
Per la riscossione coattiva, pertanto, con riguardo ai carichi affidati a partire dal 1 gennaio 2025, le somme non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento sono automaticamente discaricate, tornando in carico all’ente titolare del credito.
Avvenuto il “discarico”, l’ente creditore potrà provvedere a riscuoterle direttamente, oppure affidarle nuovamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione, oppure ancora affidarle ad altro ente privato che svolge attività di riscossione.
Sfoltire il magazzino in carico all’Agenzia delle entrate-Riscossione
Per i carichi affidati all’Agente della riscossione fino al 31 dicembre 2024, ed allo scopo di sfoltire il magazzino in carico all’Agenzia delle entrate-Riscossione, le nuove norme prevedono pure di affidare ad una Commissione di esperti lo studio delle possibili soluzioni (da attuare con successivi provvedimenti legislativi), onde rendere possibile l’eliminazione delle numerosissime partite di crediti erariali palesemente inesigibili.
Immutata la parte più importante del provvedimento
Resta immutata la parte più importante del provvedimento, già annunciata dalle pagine di questo Quotidiano, ossia il nuovo sistema di dilazione dei debiti erariali, che, a decorrere dal 1 gennaio 2025, consente la dilazione fino ad un massimo di 108 rate mensili (quantità variabile in relazione all’anno in cui viene fatta la richiesta) per debiti fino a 120 mila euro, senza bisogno di dimostrare la temporanea difficoltà di adempiere all’obbligo di versamento.
Sempre per somme non superiori a 120 mila euro, se la detta situazione di difficoltà viene dimostrata, le rate possono aumentare fino a 120 mensili (anche in questo caso quantità variabile in relazione all’anno in cui viene fatta la richiesta).
Superando la predetta soglia di 120 mila euro
Superando la predetta soglia di 120 mila euro, le rate saranno, anche in questo caso, massimo 120 mensili, ma questa volta sarà indispensabile documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà finanziaria, attraverso l’Isee oppure, per i soggetti diversi dalle persone fisiche, attraverso l’indice di liquidità ed il rapporto tra debito complessivo ed il valore della produzione.
Con un prossimo decreto, comunque, saranno fissati meglio i criteri per l’ottenimento della rateizzazione.