Meloni, Schlein e Maria De Filippi - QdS

Meloni, Schlein e Maria De Filippi

Meloni, Schlein e Maria De Filippi

Giovanni Pizzo  |
lunedì 09 Settembre 2024

La settimana Boccia sembra superata, senza però dare la sensazione che la tenuta del governo sia promossa

La settimana Boccia sembra superata, senza però dare la sensazione che la tenuta del governo sia promossa. La Meloni prova a rinsaldare la sua leadership personale andando a cercare di rassicurare gli imprenditori a Cernobbio. Dall’altro lato la Schlein tenta di lanciare, dalla Vecchia e mai riposta Festa dell’Unità, la rincorsa al governo del Paese con parole che, più di leadership, sanno di collettivo, di un noi, un insieme di uomini e temi.

Due visioni, due modalità, totalmente diverse del modo di intendere e fare politica. L’unica cosa che hanno in comune le due leader dei campi avversi è questo paese dei campanelli, quelli degli avvisi delle notifiche sul telefonino, dei like sui post, del vouyerismo h24, con nonne ottuagenarie dotate di smartphone che attendevano la Serie Pompei della Boccia, sapientemente distillata.

La Meloni non ha fatto una grande figura in questa settimana di passione campana, possiamo dirlo senza tema di essere smentiti, secondo l’ex ministro è stata lei a mandarlo in quella Caporetto mediatica al Tg1, tra lacrime e scuse imbarazzanti, che se hanno fatto capire che il genere forte è quello della Premier, hanno reso fragilissimo tutto il resto del suo entourage, fatto essenzialmente da maschi non molto diversi da Sangiuliano. Di fatto non c’è una donna sola al comando, c’è solo lei circondata da nani, per quanto Giuli, il nuovo ministro, e forse proprio per questo, sia decisamente più alto del suo predecessore.

Ma la Schlein la settimana scorsa dov’era? Di fatto la vera avversaria della Meloni è stata per giorni Maria Rosaria Boccia da Pompei, che ha dimostrato una lucida spietatezza, per alcuni non del tutto sua, da leader, con accenti femministi da Me Too, e severe reprimende all’assenza di stile istituzionale del governo tutto. Tra Schlein e Boccia è chiaro che la “cazzimma” ce l’ha la seconda. E senza questa può governare un’area in cui nei giorni buoni si attaccano senza sputarsi addosso? Può soprattutto convincere il Paese dei Like, che sta cominciando ad intendere la politica, da cui l’ormai perenne maschera di disgusto di Massimo Franco, come un enorme Temptation Island?

In questo clima, in quest’Italia poco seria, con il gusto del grottesco, si può parlare di diritti, di economia, di competitività, di ambiente? In un mondo in cui anche la comunicazione può sfuggire ai centri di potere, perché i temi sono già sul web prima che sui giornali, chi può vincere, ma non governare, nell’agone politico?

Sullo sfondo il dato certo è l’ormai totale, plurale, trasversale, inadeguatezza delle classi dirigenti, guidate e non guida di questa comunità italica. Abbiamo un solo dato certo, se Maria De Filippi scende in campo, e può sceglierli entrambi, sfonda qualunque argine. Il nome del partito trasversale c’è già: Uomini e Donne, italiani ovviamente.

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