Il Governo è dovuto correre ai ripari sull’abuso dei contratti a tempo determinato nella Pubblica amministrazione emanando un decreto legge
Una stangata per la Regione Sicilia. Una vittoria senza precedenti, invece, per i forestali dell’Isola. Si conclude così la vicenda che ha avuto inizio ufficialmente nel 2018 con una vertenza finita davanti al Parlamento Europeo. Ai precari dovrà essere corrisposto un indennizzo che può valere da 4 a 24 mensilità extra stipendio. Il Governo è dovuto correre ai ripari sull’abuso dei contratti a tempo determinato nella Pubblica amministrazione emanando un decreto legge che servirà a liquidare i 18.000 operai stagionali siciliani dopo la pronuncia di Bruxelles contro l’Italia.
Alle origini
Una storia che ha radici profonde e che grazie al lavoro certosino degli avvocati Angela e Stefania Fasano ha portato i suoi frutti. Otto anni fa, circa 1.800 forestali siciliani decidono di dare una scossa alla loro precarietà passando alle formalità contro la Regione. I due legali non attaccano frontalmente il governo dell’Isola, ma optano per una petizione (0171/2018) diretta all’Unione Europea contro “l’abuso nella successione di contratto a termine”. Viene fatto presente che questi operai hanno con la Regione Sicilia un rapporto di lavoro a tempo determinato, rinnovato con successivi contratti in modo sistematico, dando così vita a una situazione di precarietà permanente. È stato contestato alla Commissione europea il modo in cui avrebbe vigilato per garantire il rispetto da parte dell’Italia della direttiva 1999/70/CE sui contratti a tempo determinato.
La decisione dell’Unione Europea
Poco più di un anno fa da Bruxelles accolgono la petizione inserendo il caso dei forestali nelle motivazioni che hanno portato ad attivare la procedura di infrazione 2014/4231. Ma cosa ha convinto il Parlamento europeo ad avviare il procedimento contro l’Italia? Ce lo ha spiegato l’avvocato Angela Fasano: “La Regione – esordisce – ribadiva che i nostri clienti fossero dei lavoratori stagionali. Invece dalle loro buste paga e dai Cud emergeva chiaramente la dicitura di lavoratore a tempo determinato. Dopodiché il Parlamento europeo ha dichiarato la violazione mandando numerose lettere di diffida sia allo Stato che alla Regione. Dopo un anno e mezzo, per evitare la sanzione comunitaria, il Governo ha creato il pacchetto ‘Salva-infrazioni’”. Il decreto introduce un’indennità per quei lavoratori che hanno subìto un danno dal precariato cronico fino a 24 mensilità.
Un macigno per la Regione
Negli anni scorsi la petizione aveva già scosso il Governo siciliano poiché aveva aperto il ricorso anche sugli scatti biennali dei precari. Gli indennizzi, che variavano dai 3.000 ai 6.000 euro, sono stati risarciti dalla Regione. Adesso la stangata che inevitabilmente peserà e non poco sulle casse di Palazzo d’Orleans. Secondo quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale “il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto”.
Le cifre da sborsare e le tempistiche
Documenti alla mano, ognuno dei circa 18.000 “stagionali” potrà ottenere un assegno da capogiro. “I forestali – spiega l’avvocato Fasano – si dividono in settantotisti (gli operai assunti ogni anno per 78 giornate di lavoro, ndr), centunisti e centocinquantisti. Per quest’ultimi l’assegno può valere anche 70.000 euro. Si parte da un minimo di 24.000 euro”. Il legale fa una panoramica relativa ai tempi di pagamento: “Innanzitutto bisogna fare istanza, – continua – depositando il ricorso di liquidazione. Il giudice stabilirà l’importo esatto, definendo il numero di mensilità del lavoratore con aggravio di oneri e costi. Non appena arriverà la sentenza esecutiva la notificheremo e poi dipenderà dalla buona condotta della pubblica amministrazione. Dalla domanda, dunque, decorrerà circa un anno, un anno e mezzo a partire da oggi”. E se pensiamo che ci sono stati migliaia di impieghi a termine rinnovati per oltre 20 anni, la Regione sa già che le uscite saranno sanguinose. Per cercare di “contenere i danni”, la strada è la conciliazione. Si può ipotizzare un saldo e stralcio facendo leva sui tempi ridotti di pagamento, ma il lavoratore dovrebbe rinunciare ad una parte dell’indennizzo che gli spetta.
Figuccia (Lega): “Mettere fine al precariato forestale”
Sulla vicenda è intervenuto con una nota anche il deputato questore della Lega all’Ars, Vincenzo Figuccia che bacchetta l’operato della Regione. “Da anni invito a procedere con la stabilizzazione dei forestali chiedendo di trasformare i contratti settantottisti, centunisti e centocinquantunisti in contratti a tempo indeterminato. Non si può continuare a prorogare all’infinito mettendo gli operatori in disoccupazione dopo le giornate svolte. A fronte di un danno potenziale a titolo di risarcimento di circa un miliardo di euro (su 25.000 forestali compresi i pensionati degli ultimi 5 anni) è arrivato il momento di mettere fine al precariato forestale. Bisogna avviare una riforma che punti al passaggio a tempo indeterminato variando la legge attuale”.
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