Nato e Ue: due Enti profondamente legati e con le frontiere mobili. Il commento.
La Nato cerca la guerra? Putin è l’aggressore, Zelensky è l’aggredito. Questo è formalmente chiaro. E questa è la vicenda personale, e mediatica, del fuoco alle porte dell’Europa. Il tenente Drogo della Nato ha finalmente trovato i Tartari davanti alla sua fortezza Bastiani. Ma era lei, l’Ucraina, il suo bastione difensivo? O l’antica, cattolicissima, Polonia dei Cavalieri Teutoni?
La Nato, e la UE, perdendo le origini cristiane e anche quelle illuministiche, non hanno una “fede”, né ideologica né religiosa, pertanto le sue frontiere sono mobili, come mobili sono i capitali. Il liberismo economico, accelerato dalla globalizzazione, non si pone confini, ma solo mercati su cui trarre profitti ed espansione.
È solo questo può essere il motivo per cui tre piccoli Paesi baltici, onestamente impalpabili nella storia europea, come se l’Asia si facesse guidare da Nepal e Buthan, sono ai vertici dei più importanti dossier della nuova Commissione Europea. Lettonia, Lituania ed Estonia hanno in portafoglio Difesa, Esteri ed Economia. Come è stato possibile?
Lo si può spiegare solo vedendo il filo di Marte, o meglio di Thor, che lungo la dorsale Nord Atlantica ha costruito un percorso di armamento attivo, coinvolgendo Paesi “spenti”, dal punto di vista combattivo, come Svezia e Finlandia, e ovviamente le tre enclave baltiche a ridosso del mare Russo. Evidentemente ci sono tante valutazioni geostrategiche, tra materie prime e controllo dell’Artico. Non di solo Putin vive la Nato, e le multinazionali che gli stanno dietro ed intorno.
E la Vecchia Europa che fa? Si contorce tra crisi culturali, in primis, politiche ed economiche, sotto attacco dei populismi scatenati proprio dal processo di globalizzazione ed espansione di cui la Nato, e l’azionista di maggioranza americano fa parte. Siamo di fatto in mezzo a una guerra di trincea, per ora limitata a Kiev, dove i due blocchi, America e Cina, spingono l’un contro l’altro i loro cuscinetti a sfera, Europa e Russia a Nord, Africa e Medioriente a Sud.
In questo scenario geopolitico sembra del tutto assente il dibattito dentro le cattedrali del pensiero, le università plurisecolari che hanno costruito, insieme alla Chiesa, il Vecchio Continente. Sembra che ci si omologhi del tutto al bipolarismo politico, di là o di qua, destra-sinistra, solo pensieri centrifughi e non centripeti. Federico II, San Francesco, San Benedetto, Cartesio, Rousseau, Montesquieu, Newman, dove sono finiti? Un’Europa senza memoria è come una steppa mongola, arida e desertica come il Gobi. Può vivere l’Europa solo di patatine fritte e calibro 7,62? L’Europa è nata con la Nato, ma non da essa.
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