In Sicilia c’è una seria emergenza idrica. Sono stati presentati due emendamenti per un importo di 16 milioni di euro.
L’arrivo della stagione autunnale e delle prime piogge non può far passare in secondo piano o addirittura far dimenticare l’agonia vissuta da tanti siciliani a causa dell’assenza di acqua nelle proprie case o nelle aziende agricole. In tal senso in questi giorni sono stati presentati due emendamenti per un importo di 16 milioni di euro alla manovra di bilancio di 360 milioni della Regione Siciliana per affrontare le gravi conseguenze della crisi idrica nell’entroterra siciliano, in particolare nell’Ennese.
La proposta è stata avanzata dai parlamentari regionali Fabio Venezia, esponente del Pd, e Luisa Lantieri, rappresentante di Forza Italia. Nello specifico il primo finanziamento, dell’importo di 8 milioni, prevede la diminuzione dei costi delle tariffe idriche per compensare gli enormi disagi patiti. Sarà eventualmente erogato un contributo straordinario all’ATI idrico di Enna per l’abbattimento di circa il 30% delle bollette per gli utenti della provincia per il 2024. Il secondo emendamento, sempre da 8 milioni, gioverà invece per ammodernare la condotta con la previsione di importanti interventi sulle reti idriche dei comuni al fine di ridurre le perdite.
Un intervento tampone per aiutare la cittadinanza
Sulle criticità che nella stagione estiva hanno creato disagi e malesseri – in particolare nelle zone dell’entroterra siciliano – e anche sugli emendamenti proposti la redazione del QdS ha interpellato proprio il deputato regionale Fabio Venezia. “I due emendamenti sono un’iniziativa immediata nell’ambito della variazione di bilancio che sta portando avanti il Governo regionale in queste giornate – dichiara -. A questi interventi nel breve termine dovranno aggiungersi anche soluzioni di più ampio respiro attraverso risorse extraregionali. Abbiamo chiesto, per esempio, la riprogrammazione delle Risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 per stanziare risorse adeguate per l’efficientamento delle dighe, interventi strutturali per ridurre le perdite idriche che in Sicilia superano il 50%. Ogni anno si perdono circa 330 milioni di metri cubi d’acqua che invece potrebbero essere utili alla collettività: non solo ai cittadini ma anche all’agricoltura”.
La richiesta di risorse per le attività colpite dall’emergenza
Molte le attività produttive messe in ginocchio dalla penuria d’acqua. Tanti piccoli imprenditori hanno dovuto stringere i denti, rischiando anche di chiudere. Pure per loro devono essere previsti ristori adeguati. “Un’altra questione che stiamo affrontando in queste ore – approfondisce Fabio Venezia – è quella dello stanziamento di ulteriori risorse per ristorare le attività economiche come panifici, ristoranti, autolavaggi e altre occupazioni che hanno un consumo d’acqua notevole le quali si sono trovate ad avere forti disagi e hanno dovuto sostenere costi aggiuntivi per rifornirsi di acqua attraverso le autobotti – afferma il parlamentare siciliano -. Reputiamo sia opportuno che queste attività possano ricevere un supporto da parte della Regione. Le attività che hanno sofferto maggiormente l’emergenza idrica, secondo uno studio che abbiamo condotto, ricadono nelle province di Enna, Caltanissetta e Agrigento. Per soddisfare tutte le richieste si stima una copertura finanziaria di circa 6 milioni di euro. Ci batteremo nella Commissione Bilancio e poi in aula affinché vengano stanziate queste ulteriori risorse ai 16 milioni”.
Il giudizio sull’operato della Regione nell’affrontare la crisi
Al fine di contrastare la crisi idrica la Regione ha provato ad individuare alcune soluzioni a breve termine. Il presidente Renato Schifani, ha incontrato a Palazzo d’Orléans il commissario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua. In programma sopralluoghi nei 3 siti che ospitano i dissalatori. Il commissario si è impegnato ad avviare con immediatezza l’iter di evidenza pubblica per l’attivazione in pochi mesi di 3 moduli mobili di dissalazione e nel contempo ad approfondire le procedure per l’avvio del percorso di realizzazione dei tre impianti definitivi, da completare entro la prossima estate. Intanto il governo regionale ha già avviato gli interventi a breve termine per mitigare gli effetti dell’eccezionale crisi idrica che ha colpito l’isola.
Secondo Fabio Venezia queste misure non sono sufficienti a risolvere radicalmente la questione. “La gestione dell’emergenza è partita con notevole ritardo – spiega -. La cabina di regia è stata costituita nel mese di aprile. La dichiarazione di emergenza nazionale è arrivata i primi di maggio mentre noi già sapevamo che dalla fine del 2023 la situazione era drammatica. Le risorse stanziate inizialmente per la siccità e quindi per il comparto agricolo sono anche ora insufficienti”.
Sensibilizzare tutti sugli effetti del cambiamento climatico
Diventa fondamentale acquisire la consapevolezza dell’inesorabilità del fenomeno dei cambiamenti climatici, solo così si potrà giungere ad una pianificazione strategica a lungo termine e pensare di trovare un equilibrio nuovo e quindi stabilità. “Si stanno mettendo in campo iniziative tampone che non riescono a soddisfare le reali esigenze, per esempio, del settore dell’agricoltura ma non solo di questo. La gestione è frutto di una scelta politica di demandare a una regia tecnica senza metterci la faccia e di stanziare delle risorse per cercare di dare una risposta non certamente strutturale – dice senza mezzi termini Fabio Venezia -. Occorre fare prendere coscienza che in Sicilia il tema dei cambiamenti climatici, della tropicalizzazione del clima, deve costituire una priorità assoluta per il futuro della nostra regione perché c’è in gioco la tenuta dell’economia, la qualità della vita dei siciliani e il futuro delle nuove generazioni – chiosa il deputato -. Quindi gli strumenti di programmazione dovranno avere, a nostro avviso, come priorità il tema dei cambiamenti climatici”.