Ecco i bonus per le mamme del 2024 e le prime conferme per l'anno prossimo.
Diventare mamma è un’esperienza unica e coinvolgente, che racchiude momenti di gioia, ma anche sfide da affrontare. Nonostante le difficoltà che possono emergere lungo il percorso, l’obiettivo dei genitori è sempre quello di offrire ai propri figli le migliori opportunità per condurre una vita serena e appagante. Lo stesso Stato italiano, non a caso, riconosce l’importanza e la delicatezza della maternità, garantendo una serie di misure economiche e supporti previdenziali dedicati alle famiglie e ai loro membri, per offrire protezione e sostegno durante questo cruciale momento di vita.
I bonus mamma 2024, in particolare, costituiscono delle misure di supporto essenziali. Ma quali sono quelli attivi per il 2024? Ecco una panoramica completa.
Bonus asilo nido
La prima fra le misure destinate alle mamme è il bonus asilo nido. È concepito per supportare il pagamento della retta degli asili nido, sia pubblici che privati. È erogato per ciascun figlio di età compresa tra 0 e 3 anni, fino a un massimo di undici mensilità annuali. L’ammontare del bonus varia in base all’ISEE minorenni in corso di validità: un valore più basso comporta un bonus più elevato, entro il limite della spesa effettivamente sostenuta.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un incremento del bonus asilo nido, elevando l’importo massimo a 3.600 euro per le famiglie che soddisfano i seguenti requisiti:
•Presenza di un altro figlio: nel nucleo familiare deve esserci almeno un altro figlio di età inferiore ai dieci anni.
•Indicatore ISEE: il valore dell’ISEE del nucleo familiare non deve superare i 40.000 euro.
Assegno unico e universale
L’assegno unico rappresenta una misura conosciuta, volta a garantire un sostegno economico per ciascun figlio a carico. È disponibile a partire dal settimo mese di gravidanza e continua fino al compimento del ventunesimo anno di età, o senza limiti temporali nel caso in cui il figlio sia disabile.
L’assegno è erogato in base alla fascia ISEE di appartenenza. Tuttavia, essendo una misura universale, può essere richiesto anche senza presentare l’ISEE o con un valore superiore a 43.240 euro. In tal caso, l’importo corrisposto sarà il minimo previsto dalla normativa.
Assegno di maternità fornito dallo Stato
L’assegno di maternità dello Stato è un contributo economico erogato dall’INPS per le neomamme o per i nuovi casi di adozione. Possono richiederlo le madri che si trovano in una delle seguenti condizioni:
•Lavoratrici atipiche;
•Lavoratrici discontinue;
•Lavoratrici precarie;
•Disoccupate.
L’assegno è destinato a coloro che non beneficiano del trattamento economico di maternità o percepiscono un’indennità particolarmente ridotta.
Assegno di maternità dei Comuni
Per ciò che riguarda l’assegno di maternità dei Comuni, invece, si tratta di un contributo concesso dai Comuni ma erogato dall’INPS, rivolto a chi:
•Non dispone di alcuna copertura previdenziale;
•Possiede una copertura previdenziale, ma limitata a un importo annuo specifico;
•Non beneficia già dell’assegno di maternità dello Stato.
Dimissioni della mamma entro l’anno del figlio
Anche le neomamme che scelgono di interrompere il proprio rapporto di lavoro per prendersi cura del figlio hanno diritto a specifiche tutele, purché siano rispettate determinate condizioni.
In particolare, la lavoratrice può dimettersi volontariamente e:
•Accedere alla NASpI, a condizione che le dimissioni siano presentate entro il primo anno di vita del bambino;
•Rassegnare le dimissioni per iscritto senza necessariamente seguire la procedura telematica prevista;
•Non essere obbligata a rispettare il periodo di preavviso stabilito dal CCNL.
In ogni caso, è necessario convalidare le dimissioni presso una sede territoriale dell’Ispettorato, al fine di garantire che la scelta sia volontaria e non influenzata o forzata dal datore di lavoro.
Le polizze assicurative dedicate alla famiglia
I figli rappresentano una grande fonte di gioia, ma talvolta possono, anche involontariamente, mettersi o mettere noi in situazioni difficili. In questi casi, l’assicurazione famiglia può offrire un valido supporto. La polizza RC Capofamiglia, ad esempio, è un’assicurazione che tutela dalle responsabilità civili verso terzi per danni causati nella vita quotidiana. Nota anche come “polizza RC Vita Privata,” garantisce tutela sia nelle attività del tempo libero sia in quelle domestiche o di volontariato. Protegge, dunque, da danni causati a terzi, inclusi sia lesioni fisiche sia danni materiali, contribuendo a prevenire spiacevoli conseguenze economiche per il capofamiglia.
Per orientarsi con sicurezza tra normative e bonus disponibili, infine, è essenziale fare affidamento su fonti aggiornate e autorevoli. In questo scenario, laborability (www.laborability.com) si afferma come un punto di riferimento di rilievo.
Offre, infatti, contenuti informativi di qualità e soluzioni tecnologiche che aiutano professionisti e datori di lavoro a comprendere e sfruttare al meglio i propri diritti e le opportunità disponibili, incluse le informazioni che riguardano i bonus per le mamme attivi per il 2024 o il welfare aziendale.
Il bonus mamme anche nel 2025
“Alle madri lavoratrici viene riconosciuto l’esonero totale dei contributi previdenziali (nel limite massimo di 3.000 euro l’anno)”. L’annuncio arriva dal sito ufficiale del Ministero dell’economia e delle Finanze.
“La misura si applica per tutto il 2024 alle donne che hanno due figli di cui uno di età inferiore a 10 anni, fino al 2026 per chi ha almeno 3 figli di cui uno di età inferiore a 18 anni”, si legge ancora sul sito del MEF. Nella legge di Bilancio 2025 l’estensione del Bonus mamme alle lavoratrici autonome con due o tre figli.