Parliamo del default della città. Finalmente sono stati nominati i commissari liquidatori…
“Ho sollecitato il sottosegretario agli Interni Stefano Candiani molte volte, perché abbiamo l’assoluta necessità di ripartire. La città è in difficoltà e sta vivendo quella che forse è la fase più delicata della sua storia contemporanea. Sapevo a cosa andavo incontro durante il periodo elettorale, ma ho fatto una scelta d’amore, anche se nelle mie previsioni il debito era di circa 1,2 miliardi di euro e non quasi 1,6. A questo quadro, va poi aggiunta la mancanza di liquidità, per cui abbiamo difficoltà a reperire le risorse per il pagamento degli stipendi. Ho reiterato al Governo la richiesta di inserire il pagamento della Tari nella bolletta elettrica, ma se sindaci e i tecnici sono d’accordo, pare non lo siano i parlamentari del Movimento 5 stelle. L’obiettivo a medio termine è quello di pagare tutti e pagare meno: è una questione di buon senso. Se si inserisse la Tari in bolletta arriverebbero circa 40 milioni di euro aggiuntivi ogni anno, dando equilibrio al bilancio. A causa del dissesto abbiamo dovuto aumentare al massimo le aliquote Tari e rischiamo di avere una morosità che sfiora il 50%”.
La burocrazia è spesso un intoppo. Cosa si sta facendo per snellirla?
“È una delle priorità e ne stiamo dando segnale portandoci al primo posto in Europa. Abbiamo codificato lo snellimento avviato a settembre, quando abbiamo rilasciato in 17 giorni tutte le concessioni per un nuovo investimento del Cnr nella zona industriale. Erano coinvolte quattro Direzioni per un progetto da 40 milioni di euro che rischiava di andare perso se non si fosse completato in tempi ristrettissimi. Oggi abbiamo un nuovo Piano tariffario per le varie pratiche e anche una procedura d’urgenza che permette di avere la licenza edilizia o il permesso di costruire in 24 ore previo apposito pagamento”.
A che punto è il processo di digitalizzazione dell’Ente?
“Si deve assolutamente migliorare il servizio ai cittadini e ci sono diverse risorse nel Patto per Catania non ancora utilizzate. Gli assessori Alessandro Porto (Innovazione tecnologica) e Sergio Parisi (Politiche comunitarie) stanno elaborando dei progetti, ma devo ammettere che fino a oggi ci siamo occupati di dissesto. Adesso cambieremo rotta, soprattutto per creare le condizioni utili a migliorare la vita privata e lavorativa dei catanesi”.
Quanti sono i dirigenti del Comune?
“Ne abbiamo 12 esterni e 11 interni, mentre nel 1997 erano 154. Stiamo razionalizzando tutto, ma ormai sono all’osso e una delle conseguenze del dissesto che mi preoccupava era quella di avere solo due figure esterne: ragioniere generale e ingegnere capo. Con solo due dirigenti non avremmo potuto fare quasi nulla e invece il ministero dell’Interno, che autorizza tutte le questioni che riguardano il personale, è stato sensibile e ha dato il via libera a tutti e 12 gli attuali. Sono confermati fino a luglio e vi dico in anteprima che a marzo faremo un nuovo concorso. I dipendenti, invece, sono 2.700. Ma se consideriamo che l’ultimo concorso è stato fatto negli anni Novanta, è facile comprendere come l’età media sia è alta”.
Tornando alla Tari, in attesa delle decisioni nazionali, cosa state facendo per il recupero delle somme evase?
“A giorni avremo una task force di 30 persone di tutte le Direzioni per i controlli, a partire dalle categorie professionali. In passato non c’era né la volontà né la capacità di contrastare l’evasione, ma noi saremo molto rigorosi. Ho preso l’impegno di abbassare la tariffa al massimo tra 2 anni, ma dobbiamo anche aumentare la raccolta differenziata. Purtroppo, abbiamo ereditato un bando che prevede il porta a porta solo per 40 mila catanesi e non ci sono i soldi per cambiarlo più di tanto”.
Intanto la tariffa è aumenta del 14,70%…
“Abbiamo evidenziato e adeguato anomalie nel Bilancio preventivo 2018. Il costo della discarica è stato individuato in 8 milioni quando il trend degli ultimi anni era di 18 milioni di euro. Idem per il servizio raccolta: individuato in 50 milioni di euro a fronte di un trend di 54. L’unico vero aumento che abbiamo portato noi è legato al contratto con la discarica Lentini la quale, per necessità economiche, invece che applicare a Catania il solito ribasso del 15%, dato che in parte esiste sul suo territorio, sta applicando il 5%”.
Il turismo può e deve essere una grande risorsa per Catania. Cosa si sta facendo in tal senso?
“Partiamo dalla tassa di soggiorno: il primo passo è stato fare i dovuti controlli e siamo riusciti a incassare, dal -15% dei primi 6 mesi del 2018 rispetto stesso periodo dell’anno, il 61% in più nel secondo trimestre, mentre puntiamo a un +105% nel terzo. Nel mese di gennaio, poi, abbiamo approvato il nuovo Regolamento che estende la tassa di soggiorno anche alle case vacanza. L’incasso del 2017 è stato di circa 800 mila euro, nel 2018 arriviamo a 1,2 mln di euro e per il 2019 puntiamo ai 2 mln di euro. Queste risorse le useremo in parte per la festa di Sant’Agata, che ha un certo appeal se si considera come l’aeroporto riesca a fare il 14% di turisti in più in quel periodo, e in parte per la promozione della città nel mondo. Circa 25 mila euro saranno investiti sul portale di viaggi Expedia per 8 settimane di pubblicità. Primi in Italia, inoltre, faremo un regolamento per destinare una percentuale da individuare della tassa di soggiorno per il turismo sportivo. In pratica, daremo delle agevolazioni usando come criterio il numero dei pernottamenti determinati dall’evento.
E sul turismo congressuale?
Da una parte stiamo aspettando il completamento dell’Hilton di Capo Mulini, dall’altra un centro congressuale di circa 2.000 posti per cui abbiamo 10 milioni di euro stanziati nel bando periferie, bloccato però dal Governo centrale fino al 2020. C’è anche un progetto con la Camera di Commercio per un centro commerciale all’ingrosso con zero euro di investimento pubblico. Voglio poi evidenziare l’attenzione rivolta al turismo storico militare: il Museo dello sbarco, nel 2018, ha incrementato le sue visite su base mensile da 1.788 a 2.295, grazie anche a una campagna capillare sulle riviste storico-militari, all’invito rivolto a tutte le scuole d’Itala fatto semplicemente con un’e-mail e a uno spot regalato alla città che viene mandato in onda per un anno negli aeroporti d’Italia. Al fine di aumentare i numeri, inoltre, lo dico qui in anteprima, c’è un nuovo piano tariffario per l’affitto dello stadio per i concerti. Quello precedente era fuori mercato”.
Quali altri progetti sono stati avviati per la città?
“Va avanti la metropolitana, anche se abbiamo dovuto risolvere dei problemi sull’ultima tratta fino all’aeroporto. A fine mese dovrebbe arrivare la risposta definitiva in tal senso e, anche se non vorrei sbilanciarmi troppo, si dovrebbero sbloccare così i 400 milioni di euro per completare il tutto. Il servizio sta crescendo molto e l’Università, regalando corse gratis a tutti gli studenti, ha fatto un’operazione incredibile, unica in Italia anche a livello pedagogico”.
Come procede l’iter per il Prg?
“Entro pochi giorni presenteremo le linee guida, quindi si avvierà il percorso dopo 50 anni di attesa. Un orgoglio, anche perché è stata molta la partecipazione della città. Credo che ci siano le condizioni politiche per approvarle subito. C’è anche un altro motivo di orgoglio, ovvero la grande partecipazione avuta in occasione della raccolta fondi per le festività natalizie e di Capodanno. Una dimostrazione di voglia di rivincita e un’iniezione di entusiasmo”.
Cosa si farà, invece, per la zona industriale?
“Abbiamo stanziato 2,5 milioni in più grazie ai ribassi d’aste di alcune gare, quindi incrementato del 20% le risorse del Patto per Catania. La manutenzione è iniziata in alcune strade, ma è soltanto l’inizio, perché lì la situazione è davvero disastrosa. Siamo anche in attesa del Governo per un finanziamento destinato alla videosorveglianza e stiamo pressando perché la Zes possano estendersi dal porto anche alla zona industriale”.