Una giovane ragazza, vittima di abusi da parte del patrigno sin dall'età di 12 anni, ha tentato di ribellarsi all'uomo che l'ha minacciata
Una storia terribile arriva dal Piemonte, precisamente da Vercelli. Una giovane ragazza, vittima di abusi da parte del patrigno sin dall’età di 12 anni, ha tentato di ribellarsi all’uomo che, in risposta, l’avrebbe picchiata e minacciata di morte, facendo esplicito riferimento a Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo uccisa dal fidanzato. La polizia ha tratto in arresto l’uomo. Nei suoi confronti, il giudice per lei indagini preliminari del tribunale di Vercelli ha disposto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, la misura cautelare dell’arresto in carcere.
La ricostruzione dei drammatici fatti
Le indagini sono scattate quando la ragazza si è presentata in questura raccontando la sua drammatica storia. Stando al suo racconto, gli abusi da parte del compagno della madre sarebbe iniziati in casa quando lei aveva solo 12 anni e avrebbe rivelato dei particolari definiti dagli inquirenti raccapriccianti. Gli abusi sarebbero iniziati prima con piccole attenzioni, poi con atti sempre più violenti, divenuti con il tempo quotidianità. Quando la ragazza è cresciuta, ha deciso di ribellarsi, sottraendosi agli abusi, ma da parte dell’uomo sarebbero arrivate le minacce e le violenze. L’uomo, visto il diniego della giovane, avrebbe iniziato a colpirla violentemente fino a minacciare la donna di farle fare la fine di Giulia Cecchettin. In base alla gravità dei fatti raccontati dalla ragazza, ma anche delle violenze psicologiche e delle minacce nei suoi confronti accertate dagli investigatori, il sostituto Procuratore Paternò ha chiesto e ottenuto l’arresto del 65enne.