Caos in ospedale a Militello, aggrediti medico e infermiera - QdS

Caos in ospedale nel Catanese, 28enne aggredisce medico e infermiera. Asp: “Inqualificabile”

Caos in ospedale nel Catanese, 28enne aggredisce medico e infermiera. Asp: “Inqualificabile”

Redazione  |
domenica 01 Gennaio 2023

Momenti di tensione quelli vissuti la notte di Capodanno in provincia di Catania. L'Asp condanna: "Saremo accanto alle vittime nelle sedi opportune. Serve salto culturale".

Un medico del Pronto Soccorso di Militello, in provincia di Catania, è stato aggredito e colpito violentemente alla testa da un uomo di 28 anni che, intorno all’una di notte, si era recato all’ospedale “Basso-Ragusa” per cure di lieve entità.

L’uomo ha anche spintonato un’infermiera che si era frapposta fra lui e il medico. Nell’aggressione il medico ha riportato una evidente contusione al capo. Mentre l’infermiera delle escoriazioni al braccio. Entrambi hanno continuato il loro turno di lavoro.

Sul posto sono tempestivamente giunti i carabinieri che hanno constatato e verbalizzato i fatti. Ferma la condanna da parte dei vertici dell’Asp di Catania.

Aggressione in ospedale la condanna dell’Asp

“Esprimo la mia piena solidarietà al medico e all’infermiera aggrediti”, dichiara il direttore generale Maurizio Lanza. “Nonostante le gravi circostanze, con alto senso di responsabilità, entrambi hanno continuato il loro turno di lavoro. Saremo a loro fianco nelle sedi opportune per condannare questo atto vile e assolutamente ingiustificabile“.

“Allo stesso tempo voglio esprimere il mio ringraziamento a loro e a tutti i medici che lavorano negli ospedali delle aree interne. Nonostante le gravissime difficoltà con le quali ci misuriamo quotidianamente continuano ad essere presidio di riferimento per la salute dei cittadini”, conclude Lanza.

«Ringrazio i carabinieri per il loro tempestivo intervento”, aggiunge il direttore sanitario Antonino Rapisarda. “Non avremmo mai voluto iniziare il nuovo anno commentando fatti così gravi e deprecabili. Chi lavora in ospedale è lì per aiutare gli altri. Nonostante gli sviluppi normativi, l’inasprimento delle pene e numerose attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica constatiamo che la prevenzione non è mai abbastanza. È necessario compiere un ulteriore salto culturale“.

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