Agricoltura in Sicilia, ecco gli interventi previsti nel settore

Dalle importazioni alla lotta contro i prodotti taroccati: la ricetta per rilanciare l’agricoltura in Sicilia

Antonino Lo Re

Dalle importazioni alla lotta contro i prodotti taroccati: la ricetta per rilanciare l’agricoltura in Sicilia

Roberto Pelos  |
domenica 19 Novembre 2023

L'intervista di QdS.it a Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia

Interventi strutturali e infrastrutturali nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale: per questi obiettivi è stato affidato all’Ente di sviluppo agricolo (Esa) l’istituzione di un fondo da 300.000 euro a cui si accompagnano 500.000 euro per l’attività di promozione dei prodotti agricoli siciliani sui mercati internazionali. Le due misure sono tra le più rilevanti che il governo Schifani ha inserito nelle variazioni di bilancio approvate dall’Ars in favore del comparto agricolo. “Il governo della Regione – sottolinea Luca Sammartino, assessore regionale al ramo – dà un chiaro segnale della rotta che ha intrapreso mettendo in campo risorse essenziali per rendere competitivo il settore. In questa direzione – prosegue – vanno anche i finanziamenti per la promozione dei nostri prodotti di eccellenza nei mercati mondiali. Stiamo facendo tanto, ma siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare”. Sul tema, QdS.it ha intervistato Rosario Marchese Ragona, al vertice di Confagricoltura Sicilia.                      

Presidente, come vanno spesi questi fondi nello specifico?                                                

“Circa 300 milioni destinati all’Esa fanno già parte di un percorso iniziato col vecchio governo, quando io mi trovavo ad essere componente del Consiglio di Amministrazione dello stesso ente e proprio in quel periodo abbiamo immaginato un bando sulla viabilità rurale che è stato sempre un mio cavallo di battaglia, essendo una delle maggiori criticità presenti in agricoltura. Rappresentando il mondo agricolo in quel Consiglio, mi feci portatore delle esigenze e delle istanze di tanti agricoltori fino ad arrivare a questo bando al quale parteciparono tantissimi comuni. Il governo Musumeci aveva preso un impegno di 10 milioni che poi sarebbero dovuti diventare 40 mln ma già a fine bando c’era un’esigenza che andava ben oltre i 70/100 mln e altri comuni non vi presero parte perché non fecero in tempo a presentare istanza”.

Quali sono i prossimi passi?

“E’ encomiabile l’impegno di questo governo nel mantenere quanto avevamo immaginato e quindi rimpinguare con una bella cifra quel fondo. Auspichiamo che le esigenze e le manifestazioni d’interesse dei comuni vengano a realizzarsi, che i nostri agricoltori possano agevolmente raggiungere le proprie campagne e che i nostri prodotti possano arrivare prima possibile nella distribuzione. Era una misura che ci aspettavamo, speriamo che questi fondi vengano spesi bene e in tempo rivalorizzando l’Ente di Sviluppo Agricolo dove sono presenti tante professionalità e dove occorre solamente mettere a frutto e a segno tutti gli obiettivi, permettendo di lavorare a chi già lo fa con gran dignità. Potrebbe essere il giusto rilancio dell’Ente”.  

Ci sono zone della Sicilia che necessitano maggiormente di questi fondi per interventi in ambito agricolo?                                                                                                

“Essendo ad esempio in questo momento sulla Palermo-Agrigento, mi rendo conto che i primi interventi andrebbero fatti sulle statali e sulle autostrade dove ci sono continue interruzioni e figuriamoci nell’entroterra della nostra regione e nelle aree rurali sia di montagna che della fascia costiera. Ma sappiamo che tutti questi interventi non sono di competenza dell’assessorato regionale all’Agricoltura”.                                                                                          

C’è un settore agricolo da rilanciare attualmente con più vigore?                                                

“In poche parole: l’agricoltura tutta e non penso ci siano settori più bisognosi di altri. E’ necessario rilanciare e valorizzare la nostra agricoltura, proteggerla dalle importazioni parallele di quei prodotti che probabilmente entrano clandestinamente e arrivano sui banchi della grande distribuzione, da quei prodotti per cui non viene seguito un disciplinare di produzione come quello nostro e da quei prodotti che vengono spesso taroccati e spacciati per siciliani e invece siciliani non sono. Dal grano all’ortofrutta, a quant’altro deriva dall’agricoltura”.

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