Ambiente ancora nella morsa della criminalità - QdS

Ambiente ancora nella morsa della criminalità

Ambiente ancora nella morsa della criminalità

giovedì 13 Luglio 2023

Il rapporto Ecomafia di Legambiente certifica oltre 30 mila reati nel 2022 per una media di 84 casi ogni giorno. Le situazioni più gravi sono soprattutto al Sud: Campania, Puglia e Sicilia sul podio

PALERMO – Nel nuovo rapporto Ecomafia 2023, redatto da Legambiente, la Sicilia emerge come la terza regione più colpita dai reati contro l’ambiente, preceduta dalla Campania e dalla Puglia. Il rapporto, presentato nella Sala della Regina della Camera dei deputati a Roma, ha fornito dati e numeri sulle illegalità perpetrate in tutta la Penisola.

Reati contro l’ambiente in Italia nel 2022

I reati contro l’ambiente si mantengono costantemente sopra la soglia dei 30.000, con un totale di 30.686, registrando una leggera crescita rispetto al 2021 (+0,3%). Ciò equivale a una media di 84 reati al giorno, ovvero 3,5 ogni ora. Gli illeciti amministrativi hanno raggiunto la cifra di 67.030 (+13,1% rispetto al 2021). Sommando questi due aspetti, il numero complessivo di violazioni delle norme ambientali si avvicina a quota 100.000, con 97.716 casi contestati, ovvero una media di 268 al giorno o 11 ogni ora.

Le principali filiere criminali riguardano il ciclo illegale del cemento, i reati contro la fauna e il ciclo dei rifiuti. Nel 2022, si è registrato un notevole aumento dei reati legati al ciclo illegale del cemento, che rappresentano il 39,8% del totale, con 12.216 illeciti, segnando una crescita del +28,7% rispetto all’anno precedente. Aumentano anche le persone denunciate (+26,5% per un totale di 12.430), le ordinanze di custodia cautelare (+97% con 65 casi) e il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative (+298,5% per oltre 211 milioni di euro). Si stima che il business dell’abusivismo edilizio sia in crescita, passato da 1,8 a 2 miliardi di euro.

Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Al terzo posto si colloca il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti penali (5.606, -33,8%), sia delle persone denunciate (6.087, -41%), ma si registrano un aumento delle inchieste riguardanti il traffico illecito di rifiuti organizzato (268 casi rispetto ai 151 del 2021). Gli illeciti amministrativi sono cresciuti del 21,4% (10.591 casi), mentre le sanzioni hanno registrato un incremento leggermente inferiore del 16,2% (10.358 casi).

Al quarto posto, dopo l’anno terribile del 2021, si trovano i reati legati ai roghi dolosi, colposi e generici (5.207 casi, con una riduzione del 3,3%). Aumentano i controlli, le persone denunciate (+16,7% per un totale di 768, ovvero una media di oltre due al giorno) e i sequestri (+14%, con un totale di 122 casi). Inoltre, viene dedicato un capitolo specifico all’analisi delle attività di forze dell’ordine e Capitanerie di porto nel settore agroalimentare, che hanno portato all’accertamento di 41.305 reati e illeciti amministrativi. Nel settore archeomafia, sono stati registrati 404 furti d’arte nel 2022.

Regioni e province più colpite dalle ecomafie

La Campania si conferma al primo posto per il numero di reati contro l’ambiente (4.020, corrispondenti al 13,1% del totale nazionale), persone denunciate (3.358), sequestri effettuati (995) e sanzioni amministrative comminate (10.011). La Puglia si posiziona al secondo posto con 3.054 reati, mentre la Sicilia si piazza al terzo posto con 2.905 reati. Scendendo nel dettaglio, nell’isola sono stati rilevati 341 reati riscontrati all’interno del ciclo dei rifiuti, le persone denunciate sono state 443 e i sequestri 145. Oltre il 6 per cento di questo tipo di reati è avvenuto in Sicilia. 1036 persone sono state denunciate invece per reati legati al ciclo del cemento, i sequestri sono stati 141 ed i reati commessi 1057. Quasi il 9 per cento dei reati del genere viene commesso nell’Isola. Tra i reati commessi all’interno del ciclo degli incendi, oltre il 10 per cento si è verificato sull’isola, con sei persone denunciate, un sequestro e 544 reati commessi.

“Mai come in questo momento storico – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del Pnrr. L’Italia può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, come prevede l’aggiornamento della direttiva sulla tutela dell’ambiente, da approvare entro la fine della legislatura europea, ma soprattutto deve recuperare i ritardi accumulati, dando seguito alle dieci proposte inserite nel nostro Rapporto Ecomafia”.

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