“Tutti gli uffici regionali per le gare di loro pertinenza devono assicurare ogni possibile forma di collaborazione tecnico-amministrativa”.
“Tutti gli uffici regionali per le gare di loro pertinenza devono assicurare ogni possibile forma di collaborazione tecnico-amministrativa”. È la richiesta che la giunta regionale guidata da Renato Schifani fa agli apparati burocratici della Regione affinché ci sia una convergenza di impegno e contributi per migliorare le prestazioni della Cuc, la centrale unica di committenza che gestisce le gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria degli ex Urega e per conto del dipartimento regionale tecnico nonché l’acquisizione di beni e servizi per conto dell’assessorato all’Economia.
A sottoporre al governo Schifani un cambiamento nel funzionamento della Cuc, sottolineando la necessità di una maggiore collaborazione da parte della macchina burocratica, è stato l’assessore al Bilancio Marco Falcone. “Al fine di conferire piena funzionalità alla Cuc per l’acquisizione di beni e servizi, di garantire risorse umane adeguate e un’organizzazione che la mettano in grado di svolgere i compiti che le sono stati affidati, non solo nel settore della sanità, ma in tutti i settori merceologici secondo il nuovo codice dei contratti, si propone il nuovo organigramma”, si legge nel documento presentato a palazzo d’Orleans.
Lavoro sotto organico
In questi anni la Centrale unica di committenza della Regione è stata più di una volta al centro di polemiche riguardanti l’inefficienza. Tanti i bandi gestiti che hanno suscitato critiche e polemiche per i numerosi intoppi e altrettante le vicende che, nel recente passato, si pensi ai fatti poi confluiti nell’inchiesta Sorella Sanità, hanno proiettato ombre sull’operato della Cuc.
Tuttavia, quel che è certo è che a rallentare i lavori è stata anche la penuria di risorse umane. Falcone lo dice chiaramente. “Ad oggi il personale effettivamente in servizio è complessivamente costituito da otto unità – si legge nella proposta di rimodulazione – e pertanto le scoperture d’organico raggiungo ben il 50 per cento della dotazione”.
Il dato deriva dalla considerazione che, stando a quanto deliberato dal governo Musumeci a gennaio 2021, alla Cuc avrebbe dovuto lavorare 14 unità: un dirigente apicale, un dirigente a capo di un servizio e poi sei funzionari di categoria D, dei quali tre con lauera in Economia e commercio e tre con laurea in Giurisprudenza, due istruttori direttivi di categoria C, due collaboratori di categoria B e due operatori di categoria A. Tenendo presente che degli otto in servizio al momento, due provengono dalla Sas, a mancare all’appello è la metà del personale di cui si dovrebbe disporre.
La richiesta di Anac
A chiedere alla Regione di fare di più è stata a fine 2023 anche l’Anac. In una delibera dello scorso novembre, l’autorità nazionale anticorruzione “raccomanda alla Regione Siciliana di voler adottare, con ogni possibile urgenza, tutte le misure necessarie per assolvere all’obbligo di aggiudicare procedure d’appalto centralizzate con riferimento a tutte le categorie merceologiche indicate dal Dpcm del 2018”. Ovvero, quindi, non limitarsi a operare soltanto nei campi fin qui gestiti, come quello per l’appunto della sanità.
Per riuscirci, però, serve avere personale a sufficienza ed è per questo che il governo Schifani, nei giorni scorsi, ha varato l’ampliamento della pianta organica della Cuc, che passa da 14 a 18 unità.
Il nuovo organico sarà così ripartito: un responsabile dell’Ufficio speciale, diretto da una figura dirigenziale dotata di comprovata esperienza nel settore delle gare d’appalto; un’altra figura con la medesima esperienza a cui spetterà coordinare il servizio “Bene e Servizi-Regione Siciliana”; cinque funzionari direttivi amministrativi di categoria D, con laurea in giurisprudenza o equipollente; tre funzionari direttivi amministrativi, categoria D, con laurea magistrale; un funzionario direttivo amministrativi, categoria D; due funzionari direttivi tecnici, categoria D, con lauree in ingegneria o architettura; tre istruttori direttivi categoria C; due operatori categoria A.
L’ampliamento servirà?
Deciso per l’aumento delle risorse, il problema che si potrebbe presentare è relativo alla capacità di far sì che ciò che è stato stabilito sulla carta si tramuterà in un reale aumento dei dipendenti impiegati nella Cuc. La domanda è lecita: nel recente passato, così come ricordato dallo stesso Falcone, dalla Cuc è stata già fatta la richiesta di avvalersi di figure in servizio alla Regione. I risultati, però, non sono stati positivi. “Non pochi sono stati i tentativi finalizzati ad aumentare il personale addetto mediante il sistema degli interpelli interni, che sono risultati – si legge nel documento – privi di esito a causa del mancato rilascio dei relativi nulla osta da parte dei dipartimenti d’appartenenza nei confronti di coloro che avevano manifestato interesse all’assegnazione presso la Centrale unica di committenza”. Il problema si è verificato anche con la possibilità di avvalersi di personale in servizio negli Urega. “La scarsa collaborazione delle altre strutture regionali, in special modo in ordine alla potenziale individuazione dei responsabili unici del procedimento, è stata ed è – sottolinea Falcone – causa di ulteriori problematiche che si ribaltano in seno alla piena funzionalità dell’ufficio che lamenta una conclamata insufficienza numerica numericamente per far fronte a tutte le esigenze d’istituto”.
Guardano avanti, dunque, l’auspicio dell’assessore all’Economia e di tutto il governo Schifani è che le risposte da parte degli altri rami della pubblica amministrazione regionale siano diverse.