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Benzina, arriva la stangata, “è speculazione su vacanze italiani”

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Benzina, arriva la stangata, “è speculazione su vacanze italiani”

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mercoledì 07 Luglio 2021

La benzina raggiunge 1,634 euro al litro (+16,7% rispetto al 2020) ad un passo dal record di 1,637 del 12 novembre 2018. Anche il gasolio a 1,495 sfiora il top del 10 giugno 2019

Dopo luce e gas arriva anche il caro- carburanti.

La benzina raggiunge 1,634 euro al litro (+16,7% rispetto al 2020) ad un passo dal record di 1,637 del 12 novembre 2018. Anche il gasolio a 1,495 sfiora il top del 10 giugno 2019.

Complessivamente , secondo Fabio Truzzi, presidente di Assoutenti sugli automobilisti italiani di abbatterà un macigno da 7,2 miliardi.

“Per l’ennesima volta siamo in presenza di una speculazione sui viaggi, con i prezzi alla pompa che subiscono forti rialzi in occasione delle vacanze”, afferma Truzzi.

Caro benzina, ecco perché si è alzato il prezzo dei carburanti

Il balzo si registra proprio nel giorno in cui il disaccordo tra i ventitré Paesi Opec plus sull’aumento della produzione ha spinto il barile verso i 78 dollari, ai massimi dal 2018.

In Italia il costo dei carburanti segue sempre in maniera rapidissima l’aumento del prezzo mondiale del petrolio, mentre non retrocede altrettanto velocemente quando le quotazioni scendono.

L’Unione europea delle
cooperative (Uecoop) scompone la spesa calcolando un incremento 88 euro a ogni
fermata al distributore per il pieno.

Per questo l’associazione ha
dettato un manuale di auto-difesa che va dalla caccia al prezzo migliore nella
propria area di residenza o lavoro all’utilizzo del self service. Dalla ricerca
delle cosiddette “pompe bianche” non controllate dai grandi marchi
alle partenze con il pieno fatto prima di entrare in autostrada, dalla verifica
della distanza da percorrere con la scelta del percorso piu’ breve alla
manutenzione regolare del mezzo.

Caro benzina, la denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori

Denuncia, a sua volta, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Dall’inizio dell’anno, un pieno da 50 litri e’ aumentato di 9 euro e 64 cent per la benzina e di 8 euro e 78 cent per il gasolio, con un rincaro, rispettivamente, del 13,4% e del 13,3%.

Su base annua è pari a una stangata ad autovettura pari a 231 euro all’anno per la verde e 211 euro per il gasolio.

“Negli ultimi dodici mesi, a partire da luglio 2020, quando il costo era pari a 1.401 euro al litro e il gasolio a 1.288 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 11 euro e 68 cent in più per la benzina e 10 euro e 34 cent in più per il gasolio, con un rialzo, rispettivamente, del 16,7% e del 16,1%. Un rincaro che, su base annua, produrrebbe una sventola pari a 280 euro all’anno per la benzina.

Si tratta di una corsa senza sosta che, denuncia il Codacons, determina una stangata pari a 280 euro annui a famiglia, solo per i maggiori costi di rifornimento. “Aumenti che si registrano in occasione degli spostamenti degli italiani per il periodo estivo”, accusa il presidente Carlo Rienzi.

Caro benzina, le previsioni per le prossime settimane

Per le prossime settimane bisognerà attendersi altri aumenti visto che i Paesi produttori cui di recente si è aggiunta la Russia non si sono messi d’accordo sul taglio della produzione giornaliera di 500 mila barili.

Gli Emirati Arabi Uniti si sono opposti fermamente ad ogni possibile mediazione. Sia alla proposta di rimandare di otto mesi una revisione dei limiti di estrazione sia la richiesta del ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, di dare prova di “compromesso e razionalità”.

Gli Emirati in particolare la linea di base a partire dalla quale vengono calcolati i tagli alla produzione e chiedono che questa venga rivista.

Lo scorso anno l’Opec+ ha concordato una riduzione record di quasi 10 milioni di barili al giorno , come misura per contrastare la doppia crisi derivante dal crollo dei prezzi e dalle conseguenze della pandemia di Covid-19. I tagli sono stati in seguito ridotti in questi a circa 5,8 milioni di barili di petrolio al giorno.

La posizione emiratina sarebbe legata ai forti investimenti di Abu Dhabi per aumentare la propria capacità produttiva, e secondo le fonti la sua richiesta potrebbe essere presa in considerazione per un nuovo accordo.

Nel richiedere di ricalcolare la base di partenza per i tagli gli Emirati non sono del resto soli: altri Paesi tra cui Azerbaigian, Kazakhstan, Kuwait e Nigeria hanno infatti richiesto di farlo dopo la conclusione dell’accordo dello scorso anno. Per essere approvate, le decisioni dell’Opec devono essere unanimi.

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