Bisogna saper scrivere per farsi leggere - QdS

Bisogna saper scrivere per farsi leggere

Carlo Alberto Tregua

Bisogna saper scrivere per farsi leggere

giovedì 13 Luglio 2023

Ogni anno vengono stampate e pubblicate decine e decine di migliaia di libri, che poi vanno distribuiti nelle grandi catene, come Feltrinelli o Mondadori, ovvero nelle singole librerie. Queste ultime sono collegate con i grossisti, per cui quando l’utente cerca un libro che non è presente, viene richiesto e poco dopo viene consegnato.

La filiera della distribuzione funziona abbastanza bene e l’interesse di consumatori e consumatrici è cresciuto, tanto che nel 2022 si sono venduti più libri, seppur di poco, che nel 2021.
Non sappiamo se tutti i libri comprati vengano letti, perché sospettiamo che molti di essi, soprattutto quelli che hanno una bella copertina, vadano a finire sui mobili per arricchire l’arredamento ed anche, perché no, far credere agli ospiti che in quell’ambiente la lettura è di casa.
Per leggere, bisogna volerlo, perché se da un canto può produrre godimento, qualora il contenuto sia piacevole, d’altro canto comporta una certa fatica per assimilarlo.

I libri si distinguono in due grandi categorie – l’abbiamo scritto più volte – cioè saggi e romanzi. I saggi ci fanno capire come hanno funzionato le cose nei cinquanta secoli passati, come si può interpretare il presente e, di conseguenza, quali possano essere le prospettive intuibili. Per far questo è necessario impegnarsi non solo per comprendere bene quello che è scritto, ma anche per ordinarlo e coordinarlo con ciò che abbiamo nel nostro “deposito di informazioni”, quella sorta di zaino virtuale che ognuno di noi dovrebbe portare sulle proprie spalle e che si trova nella propria testa.
Trascuriamo i romanzi, più o meno scritti bene, perché essi ci raccontano delle storie che possono piacerci o meno e che più difficilmente ci trasmettono insegnamenti.

Certo, per farsi leggere bisogna saper scrivere, il che non è una dote comune in quanto è necessario un ordine mentale che abbia prodotto l’immagazzinamento delle informazioni nel cervello, una sorta di immenso archivio di cui non riusciamo a misurare la capacità.

Non solo, ma chi scrive deve avere anche cognizioni matematiche, il che significa un certo ordine della sequenza degli argomenti, che partono da una premessa ed arrivano ad una conclusione.
Come è noto, una buona parte dei libri è inserita nel Isbn (International Standard Book Number), un sistema informatico che consente di trovare i testi per autore, per editore o per titolo. L’Isbn è inserito in un sistema digitale europeo e mondiale, per cui quando si cerca un qualunque libro, il sistema risponde ove esso si trovi.

Poi, vi è tutto il nuovo mondo dei libri digitali, vale a dire tutti quei testi che sono stati informatizzati, per cui esiste una biblioteca dei libri digitali cui si può accedere, anche se essa non comprende ancora tutti i testi esistenti, ma va via via aumentando i suoi contenuti.
Se un libro è scritto bene, ordinato ed anche con un pizzico di fantasia e desta l’interesse di chi lo legge, ha il potere di arricchire quest’ultimo e di aiutarlo a pensare meglio, cioé in modo più esteso e approfondito, da cui ne deriva una migliore comprensione degli eventi che capitano e che si susseguono senza sosta.

La lettura, ecco uno “sport” che dovrebbe essere comune a tutti gli esseri umani: uomini e donne, meno giovani e ragazzi; insomma, tutti inclusi. Solo attraverso la lettura aumenta la cognizione dei fatti ed anche come ciascuno possa o debba regolarsi in funzione degli stessi.
Non possiamo evitare di segnalare una certa pigrizia in questo senso perché, da un canto la televisione e dall’altro i siti web distraggono da questa attività.

Le televisioni, pubblica e privata, inseguono l’audience, cioè il numero dei/delle telespettatori/trici, per cui producono programmi di modesto livello, soprattutto quelli di intrattenimento, per contabilizzare un’audience più elevata. Ma anche i programmi – nei quali vi sono persone che dibattono questioni di vario tipo e di tutti i giorni – pongono i loro punti di vista in maniera modesta perché trascurano di collegare gli eventi che accadono quotidianamente con la storia, la filosofia, la geografia, la matematica, la sociologia e via enumerando.
Abituarsi a leggere è una sana attività. Quando la si acquisisce, non si lascia più.

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