Se la cenere vulcanica diventa opportunità di riciclo - QdS

Se la cenere vulcanica diventa opportunità di riciclo

Se la cenere vulcanica diventa opportunità di riciclo

venerdì 12 Marzo 2021

Ordinanza del sindaco metropolitano per alleggerire i costi a carico dei Comuni. Intanto a Catania i lapilli raccolti dalla Dusty diventano “pacciamante” che servirà a realizzare il fondo del datario della Villa

CATANIA – Con un’ordinanza, il sindaco metropolitano, Salvo Pogliese, ha dato il via libera alla classificazione delle cenere vulcanica raccolta su strada come “terra e roccia” e non come rifiuto speciale, a condizione che il 95% del materiale conferito sia appunto composto da cenere e lapilli. In sostanza, i Comuni maggiormente colpiti grazie a questo provvedimento potranno conferire in discarica il materiale a costi nettamente inferiori, contenendo seppure in parte i costi di rimozione e smaltimento che gli enti locali sono costretti a sopportare, con il solo onere di conferire correttamente il rifiuto vulcanico, pressoché completamente di produzione eruttiva, come residui di pulizia stradale.

Indispensabile che il rifiuto venga smaltito correttamente – è scritto nell’ordinanza del sindaco metropolitano- senza miscelare le ceneri e i lapilli con altri inerti perche verrebbe meno l’attribuzione del codice Cer che consente un conferimento come materiale di pulizia stradale, rimosso dalle strade comunali e provinciali della Città metropolitana”. Ma non è solo questa l’unica azione promossa da Pogliese per alleviare i pesanti disagi che stanno gravando sui territori dei comuni pedemontani. Sin dalle prime fasi parossistiche dell’Etna, due settimane addietro, la Città metropolitana è intervenuta, nelle strade di propria competenza, attraverso la partecipata Pubbliservizi.

Quest’ultima, non potendo agire su tutto il territorio interessato gravato dall’eccezionale fenomeno, ha dovuto incaricare ditte esterne di supporto che stanno provvedendo per conto dell’ex Provincia alla rimozione del materiale vulcanico sulle strade provinciali ricadenti nei comuni di Viagrande, Pedara, Nicolosi, Trecastagni, Zafferana Etnea, Milo, Sant’Alfio, Giarre, Mascali, Acireale, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Randazzo, Maletto, Bronte.

La metodologia degli interventi delle quattro squadre dislocate sul territorio ha indicato come priorità lo sgombero delle arterie di maggior transito veicolare (Viagrande, Zafferana Etnea, Milo, Sant’Alfio) e da Nord a Sud (Santa Venerina – Stazzo), (Sant’Alfio – Mascali). Inoltre, per cercare di rendere percorribili le carreggiate della strada provinciale 92 (Nicolosi) e della Mareneve sono intervenuti gli operatori utilizzando i mezzi spazzaneve. Le continue emissioni vulcaniche però al momento sono solo diminuite ma non ancora del tutto cessate, rendendo ancora più difficile il lavoro di ripulitura.

“Queste azioni concrete che stiamo mettendo in atto – ha spiegato Pogliese – mi rendo conto possono essere un aiuto, ma è necessario un concreto sostegno del Governo Musumeci che si è già espresso in tal senso e del Parlamento nazionale e regionale. I Comuni vivono ordinariamente condizioni di sofferenza economiche che questa emergenza ha aggravato. È necessario che ognuno faccia la propria parte con scrupolo e coscienza e sono certo che anche l’Ars si pronuncerà trasversalmente agli schieramenti politici per dare sostegno ai territori interessati. Non serve rivendicare logiche di primogenitura politica di una questione che ormai ha i caratteri di una e propria emergenza e che investe i livelli istituzionali dei comuni della Città metropolitana”.

Soltanto nella città di Catania, dalla prima eruzione dell’anno (registrata il 16 febbraio) allo scorso 9 marzo, la Dusty ha rimosso oltre 267 tonnellate di cenere vulcanica. “Ad oggi sono 43 gli interventi effettuati ogni giorno – si legge in una nota dell’azienda che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti -, e vedono in azione 38 spazzatrici”.

Grazie a una convenzione che il Comune di Catania ha attivato con l’impianto di smaltimento, Dusty ha conferito 103 tonnellate di cenere vulcanica come “terre e rocce da scavo”. Una classificazione importante perché permette il recupero del materiale in ambito edilizio (in quella che viene definita “architettura vernacolare”). “Ciò è stato possibile – afferma Dusty – grazie alla collaborazione dei cittadini virtuosi che hanno rispettato le modalità di conferimento indicate. La sabbia vulcanica caduta sui balconi e sulle terrazze delle abitazioni, non essendo contaminata come quella delle strade, può essere avviata a riciclo”.

Il Comune di Catania, a questo proposito, ha avviato un progetto per conferire la cenere “pulita” al vivaio comunale e ora potrà essere utilizzata come pacciamante – tra l’altro di difficile reperimento nel mercato – per la realizzazione del fondo dello storico datario di Villa Bellini, situato sopra la fontana dell’ingresso.

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