Prima il dovere, poi il diritto
La Nato (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) è stata fondata nel 1949 e ha sede a Washington. È un organismo che ha lo scopo di difendere tutti i Paesi che aderiscono alla stessa. A tal fine, dispone di mezzi di difesa, armamenti, esercito, marina, aviazione, eccetera.
Si tratta di un blocco difensivo organizzato dopo la Seconda Guerra Mondiale per evitare i guai che avvennero prima del 1939.
Attualmente i paesi della Nato sono trentuno e per mantenere finanziariamente l’apparato, sono obbligati a corrispondere delle quote annuali, le quali sono proporzionate alla dimensione del Paese.
Quasi tutta l’Europa ne fa parte, tranne la Norvegia, che però sembra voglia aderire, anche perché è preoccupata per gli oltre mille chilometri di confine che ha con la Russia. Sembra che la Nato sia propensa ad accettarla.
L’Ucraina non faceva parte della Nato. Cosicché, quando Putin ha ordinato al suo esercito di invaderla, si è trovata totalmente scoperta. Perché non aveva chiesto di aderire prima? Non lo sappiamo: possiamo supporre che sia stato un atto di presunzione o di supposta autosufficienza.
Del resto, da un presidente-attore, come Zelensky, cosa ci si può aspettare? Lui che si è eretto “fieramente” come oppositore della Russia doveva aspettarsi che quest’ultima lo avrebbe attaccato, approfittando del fatto che non aveva la protezione della Nato non facendovene parte.
Quindi, presunzione e imprevidenza di un presidente che ora sta scontando tutti i suoi errori, consistenti nella semidistruzione del suo Paese e nell’avere confinato oltre venti milioni di ucraini in uno stato di bisogno estremo, quasi alla fame, senza acqua, luce, gas, con le reti fognarie interrotte e soprattutto senza quei beni essenziali che sono il vivere civile, la scuola, il lavoro.
Un incompetente che sta facendo pagare al suo popolo un prezzo altissimo, la cui ovvia responsabilità è di Putin, aggressore e invasore, ma anche di chi non ha saputo valutare la portata di tali aggressione e invasione.
Torniamo alla Nato. Come prima si scriveva, essa regge sul piano finanziario con le quote che devono pagare tutti i suoi membri.
Ora, vi è una buona parte di essi che, invece, fa orecchie da mercante, e non paga le proprie quote. Per cui, fra tutte le stupidaggini che ha detto Donald Trump nella sua campagna elettorale – per tentare di diventare per la seconda volta presidente degli Stati Uniti – vi è una sacrosanta verità: chi non paga le quote alla Nato non può essere difeso. Quindi, in caso di aggressione da parte di terzi, la Nato non dovrebbe muovere neanche un dito, pardon, neanche un fucile, per difendere il membro inadempiente.
Si tratta di un principio etico secondo il quale prima si compie il proprio dovere e poi si può reclamare il proprio diritto. Ma sembra che tale principio, in questa era, stia sfumando o scomparendo.
Ritorniamo sovente sul rapporto dovere-diritto perché sembra che con l’avvento dei media sociali e degli smartphone sempre più se ne sia persa cognizione, perché l’informazione frazionata e divisa in mille puntini non consente alla gente che ne usufruisce di capire bene i concetti, che sono i pilastri della cultura e della conoscenza.
Solo chi riesce ad assorbire le informazioni costruendo i concetti, collegando gli uni agli altri in una sorta di rete infinita, può capire la realtà e come funzionano le cose in questa vita terrena e, forse, in quella ultraterrena.
Se Zelensky (non è una fissazione citarlo, ma ha fatto tanti danni anche all’Europa) avesse avuto la capacità di comprendere queste cose e cioè che in caso di attacco russo nessuno l’avrebbe difeso se non inviandogli armi, munizioni e risorse finanziarie, non avrebbe continuato in una giustissima, teorica, difesa del suo Paese, ma che sostanzialmente ha portato questa situazione disastrosa.
Dunque, gli associati della Nato paghino le quote, in modo da essere protetti in caso di attacco da parte di qualche scriteriato.
leggere questo editoriale è stato noioso ed inutile