Codice appalti, la protesta dei sindacati: "Si torna indietro" - QdS

Nuovo Codice Appalti, scoppia la protesta dei sindacati: “Torniamo indietro di 50 anni”

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Nuovo Codice Appalti, scoppia la protesta dei sindacati: “Torniamo indietro di 50 anni”

Redazione  |
mercoledì 29 Marzo 2023

Sì in Cdm al nuovo Codice degli Appalti, ma monta la protesta dei sindacati di categoria: "Mancheranno legalità e tutela lavoratori".

Via libera al nuovo Codice degli Appalti grazie all’approvazione giunta ieri pomeriggio durante la riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.

Le nuove norme, racchiuse in 229 articoli, verranno applicate a 200 miliardi di gare pubbliche e vogliono semplificare e “sburocratizzare” le procedure. Esulta il Governo, mentre piovono critiche da parte dei sindacati di categoria.

Codice Appalti, Salvini: “Ora tempi rapidi e investimenti”

Per il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti garantisce “tempi rapidi, taglio della burocrazia, tutela del made in Italy, fiducia a imprese e sindaci: avanti tutta con il nuovo Codice degli Appalti che sblocca cantieri, investimenti e lavoro”.

“In attesa di conoscere il testo del provvedimento, ci auguriamo siano state create le condizioni per consentire la partecipazione delle micro e piccole imprese agli appalti pubblici, principio cardine della legge delega”, sottolinea invece il presidente di Confartigianato Marco Granelli.

Le proteste dei sindacati: “Scarsa tutela dei lavoratori”

Intanto FeneaUil Nazionale e Fillea CGIL annunciano uno sciopero per il 1° aprile in segno di protesta contro le nuove norme approvate in Consiglio dei Ministri.

Per i sindacati il nuovo Codice sugli Appalti “rischia di farci tornare indietro di cinquant’anni soprattutto in termini di legalità, trasparenza e tutela dei lavoratori. E questo nonostante i principi stabiliti dalla legge delega 78/2022, alcuni dei quali neanche tradotti in norma, come per esempio l’adeguamento automatico degli importi lavori a fronte degli aumenti salariali (principio presente nella legge delega)”.

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