Variante Omicron, "La lezione è che dobbiamo vaccinarci" - QdS

Variante Omicron, “La lezione è che dobbiamo vaccinarci”

redazione web

Variante Omicron, “La lezione è che dobbiamo vaccinarci”

domenica 28 Novembre 2021

Lo ha detto l'immunologo Alberto Mantovani chiedendo di sottoporre a vaccino anche i bambini, ormai un quarto dei contagiati. La terza dose serve a stabilizzare la risposta del sistema immunitario

Il vaccino resta l’arma più forte contro il Covid nella sua forma grave, anche se l’efficacia per i casi di contagio si affievolisce con i mesi.

E continua a crescere l’infezione fra i bambini.

Proprio nella fascia d’età scolare si conta più di un quarto dei casi, riferisce l’Istituto Superiore di Sanità nel Report esteso settimanale che integra il monitoraggio settimanale dei casi di Covid in Italia.

Ora, alla luce dell’arrivo della variante Omicron, resta valido, secondo esperti come lo scienziato Rino Rappuoli, il virologo Carlo Perno e l’immunologo Alberto Mantovani, il ricorso al vaccino e alla terza dose.

“La lezione che deriva dalla variante Omicron è che dobbiamo vaccinarci, vaccinare i bambini e vaccinare il mondo. Finché il virus circola saremo sotto scacco”, ha detto Mantovani.

Gli esperti tutti convergono sull’efficacia della scelta vaccinale e della terza dose, anche e soprattutto in questa fase, per stabilizzare la risposta del sistema immunitario.

Intanto sono stati, secondo l’ultimo bollettino, 12.877 i positivi ai test Covid. Sono invece 90 le vittime in un giorno (mai così tanti da giugno), in aumento rispetto a ieri, quando erano state 51.

Venerdì record di terze dosi, oltre 270mila e anche le prime sono aumentate: per molti giorni il dato era tra 15 e 18mila prima dosi, e venerdì erano 25mila.

Nell’ultima settimana si osserva un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età e in particolare nella popolazione di età inferiore ai dodici anni, confermato l’andamento osservato nella precedente settimana, con il 27% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare.

Il 51% dei casi è stato diagnosticato nella fascia tra sei e undici anni, dove “si evidenzia, a partire dalla seconda settimana di ottobre, una maggiore crescita dell’incidenza, con un’impennata nelle ultime due settimane”.

“Dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 72% al 40% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid rispetto ai non vaccinati” ma resta alta l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa.

Per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è del 91% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’81% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati.

E continua a restare alto il livello di protezione da parte del vaccino contro la malattia grave da Covid: dodici volte più basso per i vaccinati.

Rispetto a Omicron non ci sono ancora gli elementi per capire se le mutazioni producano un maggiore rischio clinico o se siano in grado di eludere la copertura offerta dai vaccini, ha spiegato il virologo Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di Microbiologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, secondo il quale “mutare non significa sfuggire”.

Per l’esperto – il cui gruppo di ricerca ha realizzato la prima foto della variante Omicron confrontata con la Delta – ora “ha senso più che mai fare la terza dose perché stabilizza l’efficacia del vaccino e riduce il rischio di altre varianti”, ha detto.

Intanto l’azienda farmaceutica Moderna annuncia di avere in corso di test uno specifico vaccino (mRna-1273.529) contro la variante Omicron oltre ai candidati booster del suo vaccino.

Contro Omicron “abbiamo tre linee di difesa che avanzano in parallelo: un booster con una dose più alta di mRna-1273 (100 mg). Poi, stiamo studiando in fase clinica due candidati booster multi-valenti che anticipano mutazioni come quelle emerse nella Omicron e i dati sono attesi per la prossima settimana. Inoltre stiamo procedendo con un candidato booster specifico contro Omicron (mRna-1273.529)”, ha detto Stéphane Bancel, chief executive officer di Moderna. (ANSA).

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