Indagine UE su mafia e frode IVA: 43 arresti e 520 milioni di euro confiscati
(Teleborsa) - In un'indagine condotta dall'European Public Prosecutor's Office (EPPO) di Milano e Palermo, nome in codice "Moby Dick", sono stati eseguiti ordini di detenzione nei confronti di 43 sospettati. L'EPPO sta indagando su una frode IVA da 520 milioni di euro, con un forte coinvolgimento di diversi gruppi mafiosi.
Durante l'azione odierna, guidata dall'EPPO, sono state eseguite 160 perquisizioni in più di 10 paesi, con il coinvolgimento di centinaia di agenti di polizia. Sono in corso misure investigative in diversi paesi dell'UE, tra cui Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna, nonché in paesi extra-UE. Sono indagati in totale 195 individui, con oltre 400 aziende coinvolte.
È in esecuzione un ordine di congelamento di oltre 520 milioni di euro per risarcire i danni all'UE e ai bilanci nazionali. Solo in Italia sono stati congelati 129 conti correnti e sequestrati 192 immobili, oltre a 44 auto e barche di lusso.
"Il livello di complessità ed efficienza di questa associazione criminale che commette frodi carosello sull'IVA non ha precedenti", si legge in una nota dell'EPPO. Tra il 2020 e il 2023 ha emesso fatture per la vendita di airpod, laptop e altri beni elettronici per oltre 1,3 miliardi di euro.
I metodi mafiosi sembrano essere stati utilizzati anche per risolvere i conflitti sorti all'interno dell'associazione criminale tra i membri delle diverse organizzazioni criminali.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano ha ordinato la custodia cautelare per 43 degli indagati: 34 rimarranno in carcere e nove agli arresti domiciliari. Sono stati emessi sette mandati di arresto europei su richiesta dell'EPPO per gli indagati che si trovano in Bulgaria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Spagna e paesi extra UE. Altri quattro indagati sono stati sottoposti a un divieto temporaneo di esercizio di attività commerciali.
L'indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Varese e dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile di Palermo e Servizio Centrale Operativo), sotto la supervisione dell'EPPO. Hanno contribuito all'indagine anche la Guardia di Finanza di Milano e Palermo. Le misure investigative sono state svolte anche con il supporto di Europol e di diverse agenzie nazionali di polizia.