Maria Grazia Interdonato, presidente MessinaServizi, spiega al QdS la necessità di aumentare i controlli contro i rifiuti abbandonati: “Avanti con bonifica e verifiche, ma servono più impianti e l’aiuto dei cittadini”
MESSINA – Mini discariche e rifiuti abbandonati non sono ancora scenari superati a Messina. Malgrado gli sforzi di operatori di MessinaServizi e vigili urbani, il fenomeno persiste e trasmette un senso di degrado e incuria, che mette in ombra i passi avanti, fatti in questi anni, nel recupero del decoro urbano e nella gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
La media della differenziata nel 2024 è del 57%
La media della differenziata nel 2024 è del 57%: “Messina – ha sottolineato al QdS Maria Grazia Interdonato, presidente MessinaServizi – una città metropolitana virtuosa che si deve comunque interfacciare con quello che è il problema dell’intera Sicilia e cioè il gap impiantistico, nonostante si corra per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Europa del 65%, dobbiamo fare i conti con una realtà regionale con pochi impianti, di cui la maggior parte a gestione privata, e ci si deve attenere a orari e costi alti essendoci quasi un monopolio”. Ma si fa i conti anche con una parte di cittadini che non riescono a rispettare semplici regole. Tasto particolarmente dolente sono gli ingombranti lasciati in giro per la città. Il loro smaltimento ha registrato un aumento con il servizio porta a porta con prenotazione, che funziona, secondo Interdonato: “Facciamo tremila ritiri al mese, man mano che si riempiono i cassoni la ditta li preleva e li porta nell’impianto. Facciamo gare di evidenza pubblica, la stessa ditta che ritira li smaltisce; il costo si aggira attorno a 300 euro a tonnellata e varia in base all’ingombrante. Spendiamo tanto, da qui la volontà di renderci autonomi rispetto agli impianti esterni. Vorremmo la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno della città metropolitana, abbatteremmo i costi di smaltimento ma anche i costi di trasporto”.
Molti utenti però lamentano il ritardo nel ritiro degli ingombranti
Molti utenti però lamentano il ritardo nel ritiro rispetto alla richiesta “I ritardi dipendono da tanti fattori – ha continuato Interdonato – indirizzi non individuati, materiali in quantità eccessiva rispetto alla segnalazione, ritiriamo solo tre pezzi per volta, conferiti molti giorni prima rispetto alla prenotazione. Capita che facciamo molti più ritiri in una zona rispetto ad un altra, ma quando ce ne accorgiamo con il report corriamo ai ripari”. Anche gli abbandoni senza segnalazione vengono attenzionati ma i tempi di bonifica non sono brevi, anche perché i casi sono tanti. “Uno o due volte a settimana procediamo alla bonifica, dopo avere allertato la polizia municipale. La necessità della Task force stabilita in Prefettura non nasce dall’esigenza di controllare il cittadino che lascia il sacchetto, ma dalla presenza di attività irregolari che lasciano materiali in giro per la città, invece di accedere alle isole ecologiche attrezzate, pagando. Partiremo a breve con altre telecamere nei punti sensibili che si aggiungeranno al centinaio già installate. Possiamo mettere tutte le telecamere che vogliamo ma anche sugli svuota-cantine deve partire tutto dalla sensibilità dei cittadini che non si devono rivolgere ad abusivi, perché se quel materiale finisce in mezzo alla strada e si individua la provenienza rischia la denuncia anche il committente”.
Un minipool per contrastare l’abbandono dei rifiuti
Il minipool dovrà fare emergere le attività illegali e i reati connessi. Intanto MessinaServizi continua nel lavoro di bonifica e controllo con la Polizia municipale, ponendosi come obiettivo più a lungo termine l’autonomia impiantistica. “Abbiamo l’impianto di selezione di Pace unico presente sul territorio metropolitano, abbiamo previsto fin dall’inizio un aumento di capacità che oggi è di 40mila tonnellate, investendo nel piccolo robot di cui ci siamo dotati, puntiamo sulla qualità della differenziata, su determinati materiali e creare ulteriori flussi che aumentano la redditività. Stiamo pensando alla costruzione di un impianto Tmb, trattamento meccanico biologico, per l’indifferenziato biostabilizzato che può trasformarsi in energia, stiamo vedendo dove realizzarlo. A Mili c’è il progetto della Srr per l’impianto della Forsu con possibilità, anche lì, di avere materiale per fare compost o biogas. Trovare i luoghi per la realizzazione non è facile per la posizione della nostra città; i vincoli su moltissime aree non ci agevolano ma la nostra idea è renderci autonomi rispetto ai privati, abbattendo i costi e avendo quindi più risorse per potere svolgere altri servizi importanti”. MessinaServizi con i suoi circa 650 dipendenti, compresi gli assunti con il bando del 2022, si occupa di molteplici servizi, alcuni dei quali prima esternalizzava. “Lo facevamo all’inizio – ha concluso la presidente – quando non c’era il personale e i mezzi idonei, specialmente nella manutenzione del verde, settore che incrementeremo ancora”.