Def, Bankitalia sui conti pubblici: “Serviranno coperture notevoli” - QdS

Def, Bankitalia sui conti pubblici: “Serviranno coperture notevoli”

redazione

Def, Bankitalia sui conti pubblici: “Serviranno coperture notevoli”

mercoledì 17 Aprile 2019

ROMA – “La fase di debolezza dell’economia si protrae da alcuni trimestri in Italia e nell’area dell’euro. Nel nostro paese le informazioni più recenti danno qualche segnale favorevole sulla crescita nel primo trimestre, che potrebbe essere tornata positiva, ma molti indicatori restano ancora deboli. Lo scenario macroeconomico presentato nel Def tiene conto in modo realistico della congiuntura ed è complessivamente condivisibile”.

Così Eugenio Gaiotti, capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, in audizione nelle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sul Def. “Esso è soggetto a rischi rilevanti, che possono provenire da un peggioramento del contesto globale e da un più accentuato deterioramento della fiducia delle imprese. Il quadro programmatico del Documento – aggiunge – conferma sostanzialmente la legislazione vigente, che include l’attivazione delle clausole di salvaguardia. Il Governo esprime comunque l’intenzione di definire misure alternative di copertura, delle quali non sono definiti i dettagli”.
Secondo Gaiotti “le prospettive di crescita dell’economia italiana dipendono anche dall’evoluzione delle condizioni finanziarie e dal mantenimento della fiducia dei risparmiatori nel percorso di riequilibrio dei conti pubblici”.
Ecco perché, secondo Gaiotti, “il raggiungimento degli obiettivi richiederà l’individuazione di coperture di notevole entità, nel caso si voglia evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia, aumentare la spesa per investimenti pubblici, avviare con un percorso di riforma del sistema tributario una graduale riduzione della pressione fiscale, rafforzare gli incentivi all’investimento e all’innovazione: queste misure, se non compensate da razionalizzazioni di altri programmi di spesa e da effettivi risultati nel contrasto all’evasione, condurrebbero ad aumenti del disavanzo non compatibili con l’avvio di un credibile percorso di riduzione duratura del peso del debito”.
Se da un lato l’Istat considera “verosimile” la crescita dello 0,2% del Pil italiano nel 2019, dall’altro per il Sud è stimata una decrescita dello 0,2%. “Il Sud, – ha sottolineato il senatore di Fi, Dario Damiani – infatti, non soltanto sta subendo gli effetti depressivi della manovra finanziaria di inizio anno ma, in base a quanto emerge da un primo quadro del Def sarà penalizzato con una decrescita che le stime attestano intorno al -0,2%”.

Secondo l’esponente azzurro è la “conferma del fatto che i provvedimenti del Governo non perseguono una corretta strategia di crescita complessiva per il Paese ma aumentano la frattura fra Nord e Sud, che invece sono due realtà interdipendenti l’una dall’altra nel rapporto fra produzione e consumi. Senza un’accelerazione dello sviluppo al Sud non potranno esserci effetti di rilievo dai provvedimenti su investimenti e occupazione, al contrario di quanto l’esecutivo continua a propagandare”.

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