Diga Pietrarossa, si sbloccano i lavori fermi dal 1989

Diga Pietrarossa, si sbloccano lavori fermi dal 1989: “Manna per l’agricoltura siciliana”

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Diga Pietrarossa, si sbloccano lavori fermi dal 1989: “Manna per l’agricoltura siciliana”

Giuliano Spina  |
martedì 11 Luglio 2023

L’importo totale è di oltre 47 milioni di euro e i lavori dovrebbero partire entro la fine di luglio per poi concludersi entro due anni e mezzo.

La regina delle incompiute in Sicilia potrebbe non essere più tale. Stiamo parlando della diga di Pietrarossa, compresa fra i territori di Mineo, Aidone e Agira.

Per il completamento dell’infrastruttura, infatti, alla fine dello scorso mese è stato firmato il contratto tra il Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti e un raggruppamento di imprese. Un intervento che si attende dal 1989, anno in cui per la prima volta i lavori partirono per poi interrompersi quattro anni dopo a causa di una frana sulla sua spalla destra.

I lavori

L’importo totale è di oltre 47 milioni di euro e i lavori dovrebbero partire entro la fine di luglio per poi concludersi entro due anni e mezzo. Si tratta di un’opera di grande importanza per l’irrigazione della Piana di Catania assieme alla diga Don Sturzo sul lago di Ogliastro, oltre a rappresentare un grande passo avanti anche per il rinnovamento della rete idrica siciliana, ormai obsoleta.

Marchese Ragona: “Che sia una pietra miliare”

Di “Pietra miliare” parla il presidente regionale di Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona, che sottolinea come l’inizio dei lavori per ultimare la diga debba rappresentare il via proprio per il rinnovamento della rete idrica nell’Isola e come anche la riforma dei Consorzi di Bonifica possa fare la sua parte. “Ci auguriamo che sia solo il primo di una lunga serie – afferma Marchese Ragona. In Sicilia ci sono oltre 25 bacini incompiuti”.

“Quindi ci auguriamo che Pietrarossa rappresenti la pietra miliare delle dighe nell’Isola. Questo intervento voluto fortemente dal governo nazionale e da quello regionale darà la possibilità agli agricoltori della Piana di Catania di avere dell’acqua fondamentale: si parla di circa 18mila ettari irrigabili, potrebbe invasare 45 milioni di metri cubi che per un’agricoltura come quella nostra sono importanti. Ci auguriamo che la stessa cosa si verifichi per esempio anche nella diga di Gibbesi e che i fondi del Pnrr possano essere sapientemente spesi in queste opere primarie per la nostra agricoltura”.

La rete idrica

“C’è un problema di rete idrica non indifferente – prosegue – e c’è un disegno di legge approvato in giunta per la riforma dei Consorzi di Bonifica, nello specifico di farne quattro in tutta l’Isola, quindi per quanti sono gli ambiti territoriali”.

Anzaldi: “Intervenire anche sulla viabilità”

Il segretario della Flai Cigl di Caltagirone, Rocco Anzaldi, pone la sua attenzione sul completamento della diga come panacea per curare la penuria di acqua della quale soffre l’Isola e sugli interventi da fare per migliorare la viabilità della zona. “Accogliamo con soddisfazione – afferma – perché siamo sempre stati attenti a questa diga, che è fondamentale per l’agricoltura del nostro territorio. Sono stati spesi circa 74 milioni di euro per poi lasciarla in uno stato di totale abbandono. Buona parte della Piana di Catania potrebbe attingere all’acqua che sarà fornita da questa diga e sarà un bene fondamentale per gli agricoltori del nostro territorio. Abbiamo bisogno di un rinnovamento delle condotte che sono malconce, con continue perdite, e un sistema di irrigazione abbastanza obsoleto e sprecando acqua aumentano i costi per i produttori. Speriamo che i lavori si concludano entro il 2026″.

“Questo progetto è partito col governo regionale precedente – ha continuato – e dobbiamo dare atto a quello attuale per l’impegno. E’ difficile al momento anche l’accesso alla diga, perché ci sono strade impercorribili e andarci è problematico. Speriamo che anche la viabilità possa dare seguito a questa opera. C’è pure un sito archeologico che stanno pensando di sistemare e ci auguriamo che non vi siamo intoppi”.

Abate: “Investire in maniera programmatica”

Interviene anche il segretario regionale della Sifus Confali, Ernesto Abate. “Siamo ancora agli albori – puntualizza Abate – di quelli che sono i lavori. Ovviamente sarà un grande risultato anche per l’economia che si svilupperà, ma devono essere intraprese quelle attività che dovranno garantire tutte le risorse idriche e irrigue per tenere la nostra agricoltura competitiva anche per fermare l’abbandono dei piccoli agricoltori che investono sul fotovoltaico. Dobbiamo guardare al futuro senza dimenticare l’obsolescenza delle strutture, che per esempio sta portando a garantire solo un turno d’acqua nel Calatino. Non possiamo sempre ricorrere al fato, dobbiamo saper investire in maniera programmatica i fondi”.

“Abbiamo dei prodotti che sono riconosciuti in tutto il mondo – aggiunge – ma non tutti hanno la possibilità di organizzarsi con dei laghetti artificiali. Così il piccolo agricoltore è costretto ad abbandonare. Il disegno di legge è ancora allo stato embrionale e in passato altri disegni hanno prodotto poco o niente. Noi il prossimo 26 luglio presenteremo il nostro testo con la proposta di legge, chiederemo di deputati regionali di supportare la nostra proposta per avere un termine di confronto per ottenere un risultato migliore possibile per i nostri agricoltori e per la nostra agricoltura”.

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