Disabile segregato e in catene, arrestati gli zii - QdS

Disabile segregato e in catene, arrestati gli zii

Disabile segregato e in catene, arrestati gli zii

martedì 29 Ottobre 2019

Nonostante i familiari avessero chiesto perdono, dopo aver ammesso i fatti davanti al gip del Tribunale di Agrigento. Secondo la Procura, il disabile sarebbe stato anche percosso e umiliato in diverse circostanze

Il gip del tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha convalidato l’arresto ed ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i coniugi di Naro (Agrigento) di 52 e 53 anni, arrestati per aver segregato il nipote, disabile pischico di 33 anni, legandolo al letto con una catena alla caviglia.

I due, indagati per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, si sono detti “dispiaciuti e scossi” e hanno anche chiesto “perdono”.

La donna ha risposto all’interrogatorio, mentre il marito ha rilasciato dichiarazioni spontanee.

Entrambi hanno fornito delle giustificazioni spiegando di averlo fatto perché, nei mesi precedenti, il ragazzo si era allontanato dall’abitazione facendo perdere le sue tracce.

Era stato ritrovato, molti giorni dopo, una volta in Calabria e l’altra in Campania. La vicenda era anche stata oggetto di alcuni servizi sulla trasmissione Rai “Chi l’ha visto”. La situazione dei coniugi di Naro, che dovevano accudire il disabile, era stata segnalata anche ai servizi sociali del Comune.

Ma per il Gip i familiari “hanno agito con insensibilità e crudeltà nei confronti di un giovane disabile, mostrando di essere privi del più elementare senso di pietà nei suoi confronti”.

“Sussiste – ha aggiunto – il concreto pericolo che possano commettere ulteriori delitti della stessa specie per cui si procede”.

Secondo la Procura, il disabile sarebbe stato anche percosso e umiliato in diverse circostanze.

La donna ha ammesso, davanti al giudice, di averlo insultato, spiegando di averlo fatto perché l’aveva fatta innervosire.

Il giovane, in un paio di circostanze, nel 2014 e nel 2015, era andato dai Carabinieri segnalando violenze da parte degli zii e chiedendo di potere andare ad abitare altrove.

Dopo l’arresto degli zii, è stato trasferito in un centro specializzato dove verrà assistito.

I Carabinieri che sabato lo hanno liberato stanno facendo anche una colletta e presto lo andranno a trovare proprio nel centro specializzato dove è stato accompagnato.

L’inchiesta, che ha portato all’arresto, è stata coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gloria Andreoli.

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