Il decreto dovrà adesso passare alla Camera prima del "via libera" definitivo. Ecco alcuni degli emendamenti approvati.
Con 92 voti favorevoli, 64 contrari e nessuna astensione, l’Assemblea del Senato ha approvato, con modificazioni, il Dl migranti del Governo Meloni.
E mentre in Italia le modifiche al decreto sulla gestione dell’immigrazione continuano a essere oggetto di scontri e polemiche, anche il Parlamento Europeo discute di migranti. Proprio nelle scorse ore, infatti, la plenaria del PE ha approvato a maggioranza il mandato negoziale al socialista spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar sulla proposta di legge relativa alle situazioni di crisi e forza maggiore in materia di migrazioni. Questo potrebbe aprire alla possibilità di procedere a ricollocamenti obbligatori di migranti in casi eccezionali, un tema abbastanza controverso tra gli Stati Ue.
Dl migranti, il “sì” del Senato
Il Decreto Cutro, oggetto di accese discussioni tra maggioranza e opposizioni negli scorsi giorni, è stato approvato dal Senato. Adesso il provvedimento passerà alla Camera per il “via libera” definitivo, previsto entro il 10 maggio.
I due emendamenti approvati in mattinata sono quelli riguardanti i permessi speciali (il primo approvato con 89 sì e 64 no, il secondo con 89 voti favorevoli e 65 contrari). Inoltre, il Senato ha approvato senza modifiche l’articolo 8 del Dl migranti, che prevede l’introduzione di un nuovo reato nel Codice Penale, quello di morte o lesioni procurate dal traffico illegale di migranti. Una “mossa” anti-scafisti. Via libera dal Senato anche per le norme per potenziare la rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio.
Caos protezione speciale
Il Dl migranti ha ottenuto il “sì” del Senato, ma non senza polemiche. Al centro dello scontro è stato in particolare l’emendamento sulla stretta alla protezione speciale per i rifugiati. Oggetto di varie riformulazioni e polemiche, l’emendamento è stato approvato con una modifica di non poco conto.
Il Governo, infatti, ha reintrodotto il riferimento al rispetto dei trattati internazionali in termini di migrazione. Una scelta dovuta alla volontà di evitare i rischi di incostituzionalità, che avrebbero potuto trattenere il presidente Mattarella dal firmare il Dl.
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