Educazione Finanziaria, Sicilia in coda nel rapporto Edufin Index

Educazione Finanziaria, Sicilia in coda: uno studio lo conferma

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Educazione Finanziaria, Sicilia in coda: uno studio lo conferma

Hermes Carbone  |
domenica 19 Maggio 2024

Secondo l’Edufin Index, osservatorio promosso da Alleanza Assicurazioni in collaborazione con la Fondazione Mario Gasbarri e SDA Bocconi School of Management, la Sicilia è tra le ultime regioni italiane in tema di comprensione della finanza.

Formazione e istruzione, ma anche lavoro, nell’incastro tra qualità, domanda e offerta. E poi, anche in educazione finanziaria. Secondo l’Edufin Index, osservatorio promosso da Alleanza Assicurazioni in collaborazione con la Fondazione Mario Gasbarri e SDA Bocconi School of Management, la Sicilia è tra le ultime regioni italiane in tema di comprensione della finanza.

Sono 54 i punti fatti registrare nell’indice complessivo, due in meno di quelli che possono essere raggiunti dalla media nazionale di 56 e comunque in linea con il Sud Italia e le altre isole. Il dato che emerge in modo chiaro è che gli italiani dimostrano una scarsa comprensione generale delle tematiche finanziarie. A particolare, al di là del gap con la Sicilia, è quello che interessa in modo particolare il genere femminile. Le donne siciliane ottengono solo 52 punti, contro i 56 degli uomini. A livello nazionale, le donne registrano 54 punti, mentre gli uomini arrivano a 59.

Altre statistiche: l’educazione finanziaria nel Sud Italia

In tutto il Sud, la consapevolezza sui temi finanziari si attesta a 51 punti. Sono invece 56 quelli concessi per la qualità della gestione finanziari, con gli abitanti del Meridione che sono ottimi risparmiatori rispetto a chi vive da Napoli in su. In nessuna regione il livello di educazione finanziaria raggiunge la sufficienza. Un trend che però potrebbe essere invertito dalle nuove generazioni.

Sempre stando alle statistiche, se la cavano meglio i siciliani tra i 18 e i 34 anni, con dati in media con il resto del Paese (54 punti). Non è un caso se molteplici sono i contenuti diffusi sui social media proprio da giovani marketer che cercando – al di là dei processi pubblicitari e di vendita – di fornire manuali e suggerimenti improvvisati per una migliore comprensione della materia, parlando di investimento soprattutto alle nuove generazioni.

I giovani si trovano oggi a dover fronteggiare situazioni e scelte finanziarie più impegnative di quelle vissute alla stessa età dai loro genitori. L’educazione finanziaria nelle scuole può produrre anche benefici “indiretti” per le famiglie: i giovani possono stimolare dialogo e riflessioni anche con i genitori. Aspetti con i quali, appunto, non si sono mai rapportati nel loro periodo scolastico gli over 65, che infatti si fermano a 53 punti nella comprensione finanziaria in confronto a una media nazionale di 57.

Il confronto dei dati emersi

Dati in linea più o meno con il rapporto diffuso da Edufin Index lo scorso anno. Nel mentre, oltre il 10% della popolazione italiana si trova in generale in una condizione di analfabetismo finanziario e assicurativo. Seppur i giovani si informino con maggior costanza, nella speranza del raggiungimento della sufficienza nella comprensione, poco interessa il tema della finanza, soprattutto tra le giovani donne: soltanto una su quattro è in grado di discutere di temi finanziari e assicurativi.

I rapporti dell’OCSE (2005) e le esperienze internazionali, mostrano come la scuola costituisca un canale privilegiato per veicolare iniziative, conoscenze e competenze di educazione finanziaria e rivesta un ruolo fondamentale. Da un lato, consente di raggiungere una vasta fascia della popolazione, con riferimento a tutti i ceti sociali; dall’altro, agevola il processo di familiarizzazione dei consumatori di domani con i temi finanziari, prima che giunga il momento della vita in cui vengono effettuate scelte che incidono sul benessere economico.

Un progetto per accrescere la qualità della formazione nel settore

Dati di insufficienza generale di cui da anni è in possesso anche il MIUR. Il 6 novembre 2007 il Ministero della Pubblica Istruzione e la Banca d’Italia hanno siglato il Memorandum d’intesa – riconvertendolo in Protocollo nel 2021 – “per l’avvio di un progetto sperimentale di formazione in materia economica e finanziaria in alcune scuole campione”. L’obiettivo era l’introduzione di materie finanziarie nei curricula della scuola. In questi anni il progetto si è consolidato, evoluto e rinnovato, in modo da venire incontro alle esigenze della scuola e rispondere ai mutamenti del contesto economico prendendo in considerazione alcuni istituti.

Il progetto rinnovato nel 2021 è ispirato a una didattica per competenze e propone un approccio multidisciplinare; si caratterizza per l’offerta di percorsi formativi dedicati ai docenti di tutti i livelli scolastici organizzati dal personale della Banca d’Italia sul territorio nazionale. I risultati di questi corsi, come dimostrano i dati, sono però ancora lontani dal raggiungimento del loro scopo.

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