Elezioni Catania, la lettera dei delusi del fronte progressista

Elezioni Catania, i delusi del fronte progressista: “Alleanze a tavolino e programma rimasto lettera morta”

Antonino Lo Re

Elezioni Catania, i delusi del fronte progressista: “Alleanze a tavolino e programma rimasto lettera morta”

Salvo Catalano  |
mercoledì 03 Maggio 2023

L'amarezza del presidente dell'associazione antiracket Asaec Nicola Grassi, i docenti universitari Attilio Scuderi e Paolo Castorina per la strada intrapresa dalla coalizione di centrosinistra

Hanno aspettato la consegna definitiva delle liste per mettere nero su bianco tutta la delusione verso la strada intrapresa dalla coalizione di centrosinistra a Catania e dal candidato sindaco Maurizio Caserta. Il presidente dell’associazione antiracket Asaec Nicola Grassi, i docenti universitari Attilio Scuderi e Paolo Castorina, tre influenti figure della società civile catanese promotori dei Tavoli in cui è stato redatto il programma del fronte progressista, hanno scritto una lettera aperta per denunciare, a loro avviso, le storture del percorso partecipativo.

La lettera

“Oggi – scrivono – sotto la candidatura di Maurizio Caserta, registriamo un ampliarsi della coalizione progressista a soggetti che non solo non hanno condiviso il percorso dei tavoli, ma che lo hanno avversato apertamente. L’adesione alla coalizione della lista che prende il nome dal già sindaco Enzo Bianco (stesso nome, da anni e anni) avviene non per una folgorazione sulla via di Damasco, o per profonda sintonia politica, ma solo dopo la sentenza che ha sancito l’incandidabilità dello stesso. Altre adesioni arrivano da mondi ed esperienze che nulla hanno a che vedere con il programma e la cultura politica emersi dall’esperienza partecipata dei tavoli. Ciascuno potrà valutare se tali “annessioni” rafforzino o piuttosto non mortifichino, in modo evidente, il richiamo alla legalità che è al centro del programma partecipato”.

Le tappe

I malumori che covavano da settimane tra chi ha coordinato il Forum Civico Catania sono scoppiati oggi apertamente. E i tre ripercorrono le tappe, a volte tormentate, che hanno portato a definire l’attuale coalizione. “Abbiamo dovuto prendere atto, sin dall’inizio del percorso, che il processo partecipativo, dati i tempi e gli attori in campo, non avrebbe potuto culminare, come sarebbe stato naturale, nella scelta aperta e pubblica di un candidato tramite delle primarie cittadine. In questo quadro, dopo l’indicazione del dr. Abramo abbiamo ritenuto sin dall’inizio che questi dovesse non solo sottoscrivere il programma partecipato, ma dichiarare esplicitamente la sua distanza da una parte politica, quella del già Presidente della Regione Raffaele Lombardo. Come noto non si è mai giunti all’ottemperamento né della firma del programma, su vari temi politicamente impegnativo, né a pubbliche dichiarazioni. Sulle ragioni della rinuncia alla candidatura da parte di Abramo si è poi aperto un dibattito avvilente e continuiamo a ritenere che chi sia colpito da ricostruzioni non veritiere, se esse tali sono, dovrebbe tutelarsi nelle sedi preposte”.

Il programma “rimasto lettera morta”

Dopo la rinuncia di Abramo, la scelta del professore Caserta. Ma quello che allontana i promotori del forum civico è vedere “il programma, sino ad ora, rimasto lettera morta o quasi, mentre avrebbe contribuito a creare un forte voto d’opinione. Si è avviata una fase volta a costruire alleanze “a tavolino” poco coerenti, dalla dubbia solidità e che costringeranno molte e molti a guardare ancora con diffidenza alla politica o a votare “turandosi il naso”: non basta, non si costruisce così un reale futuro civile, purtroppo. Il punto, in politica, non è solo vincere o perdere, quanto “come” si vince o si perde, investendo sul futuro dei processi politici. L’esperienza dei Tavoli progressisti rappresenta, ad oggi, la vera novità della politica catanese di questi mesi. Una novità da preservare e promuovere, ancora imperfetta ma preziosa, che deve crescere, migliorare, amplificarsi, diffondersi. Una novità che non pochi, a ragione, temono”.

Nella lettera ricordano i mali di Catania, “dalla vivibilità all’ambiente, dalle disparità di cittadinanza alla scuola, dalla povertà sociale alle sofferenze di una vera cultura dei beni comuni”. Ma anche “una partecipazione democratica asfittica e insufficiente: nelle fasce periferiche e meno abbienti, storicamente, ma anche in una borghesia troppo spesso piccola piccola, se non avida, pavida e narcisista” .

L’appello alla cittadinanza

Quindi un appello alla cittadinanza in vista della scelta per il consiglio comunale: “Quale che sia l’esito della contesa elettorale, questo programma sarà lo strumento che la società civile avrà per incalzare la politica dal basso, per svolgere un ruolo di forte controllo sull’azione amministrativa futura e continuare a progettare ed esigere un futuro di sviluppo e libertà. Desideriamo quindi fare appello alla cittadinanza per consentire che questo ruolo di controllo sia rafforzato da un’ampia presenza in Consiglio Comunale di quelle forze politiche e di quelle candidate e di quei candidati che hanno realmente ed attivamente partecipato ai Tavoli progressisti, considerando gli accordi con Bianco e ancor più con Tomasello (già candidato per la destra nel recente passato, contro Bianco e Caserta) una vera e propria anomalia elettoralistica rispetto al percorso avviato”.

“Un futuro diverso per una città allo stremo”

“I Tavoli – concludono Scuderi, Grassi e Castorina- con un rapporto più strutturale ed organico con il mondo delle associazioni, del lavoro e del volontariato, e con la stessa autonomia e terzietà dimostratesi coerenti ed efficaci – devono continuare a vivere e crescere, anche domani, per costruire un futuro diverso per una città che è allo stremo, che non merita trasformismi paludati né una destra che la ha già condotta in uno stato disastroso”.

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