Sociale, sport, ricerca: la meglio gioventù “scrive” il futuro del Paese
Promuovere l’integrazione sociale e l’educazione inclusiva degli alunni con bisogni educativi speciali; ampliare le opportunità educative e di animazione culturale ai minori che vivono condizioni di svantaggio economico e sociale offrendo loro spazi di incontro, di gioco, di supporto scolastico e di socializzazione nel rispetto delle differenze; accogliere e integrare i migranti che arrivano nelle nostre coste in cerca di una vita migliore; accompagnare gli adolescenti e i giovani a costruire il proprio progetto di vita e a riconoscersi cittadini creAttivi di Palermo e agenti di cambiamento della nostra isola.
Sembrano i capitoli di un progetto per un mondo nuovo dopo il periodo difficile che abbiamo vissuto ed invece sono alcuni degli obiettivi e delle azioni che 84 giovani, per un anno, si impegneranno a realizzare nel Servizio Civile Universale con il Gonzaga, a Palermo. Il nome della rete “Con il Gonzaga, per i Giovani, in Sicilia” esprime bene il sogno condiviso di un futuro bello per i giovani e con i giovani in una terra ricca e ferita come la Sicilia.
Ripartire con loro (i giovani del servizio civile) e per loro (i bambini e i giovani coinvolti nel servizio) è davvero un segno di speranza per questo tempo di pandemia e per questa terra. La rete di associazioni ed enti no profit coordinata dal Gonzaga, che comprende l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, il Centro Astalli Palermo, la Cooperativa Sociale Parsifal, la Cooperativa Sociale Al Azis, l’Associazione Arces, la Polisportiva Gonzaga CEI A.S.D.C., ha dato avvio a questa bella e forte esperienza di crescita, di solidarietà e di cittadinanza.
Quarantacinque di loro hanno iniziato la loro esperienza nel settore dell’educazione avendo come destinatari i bambini e i giovani della Scuola italiana, dell’International School e della Polisportiva del Gonzaga Campus che in questi giorni sono stati impegnati nel ricco programma del Gonzaga Estate tra laboratori, giochi, musica, sport, esperienze forti di solidarietà e campi di volontariato. Gli altri sono già a lavoro nelle oltre 20 sedi sparse in tutto il territorio.
A raccontare i primi giorni di questa esperienza sono Floriana e Hajar. “Dalle attività ludico-creative dedicate ai più piccoli credo che potrò imparare davvero tanto – dice Floriana Romeo di 26 anni, laureata in accademia di Belle Arti -. In futuro mi piacerebbe intraprendere il percorso dell’insegnamento e per questo ho scelto di fare il servizio civile nell’ambito educativo con i bambini dai 3 a 6 anni. Abbiamo iniziato mettendoci in gioco nelle attività di animazione estive che coinvolgono tanti bambini e ragazzi. Sono contenta perché per me è tutto nuovo. Per il momento, sento molto forte il bisogno di dedicarmi agli altri, essendo consapevole che, poi quello che si riceve è sempre molto più arricchente. Spero di fare tesoro nel mio futuro lavorativo di questa esperienza in cui la cura della persona viene messa al centro di tutto”.
“Ho iniziato a dare il mio aiuto alle attività svolte dal Centro Astalli che sono l’accoglienza, la distribuzione dei beni di prima necessità, il supporto allo sportello lavoro e la scuola d’Italiano – racconta pure Hajar Midouni di 25 anni, originaria del Marocco che studia Scienze del turismo alla facoltà di Economia e finanza e parla cinque lingue -. Anche mettendo a frutto la conoscenza delle lingue straniere, quello che faccio a favore di persone migranti in situazione di difficoltà è sempre molto bello dal punto di vista umano e relazionale. La sede in cui opero mi fa sentire a casa quasi come fosse una seconda famiglia proprio per il bel clima che si respira tra operatori e noi volontari. Ogni giorno, impariamo ad ascoltare gli altri in maniera paziente ed umile. Stiamo facendo amicizia con le persone che arrivano e, quando riusciamo nel nostro piccolo a rispondere ai loro bisogni, vederle ringraziare e sorridere è bellissimo. Questa esperienza fa ridimensionare tutta la nostra vita, rendendoci più consapevoli delle fortune che abbiamo avuto rispetto agli altri”.
Padre Denora, direttore generale del Gonzaga Campus, racconta come mai un istituto scolastico si è lanciato in questa avventura. “La pandemia ci ha fatto capire come la scuola sia una agenzia di senso e di futuro estremamente importante e su come occorra investire su essa. I giovani del Scu ci aiuteranno ad arricchire la proposta didattica con tante occasioni di socializzazione e crescita integrale, altrimenti impossibili, per una scuola sempre più inclusiva, sempre più vicina ai più piccoli e capace di entrare nelle sfide del nostro tempo per trasformare il mondo. Del resto – aggiunge Padre Denora – i gesuiti quando fondarono le scuole, come oggi il Gonzaga, avevano proprio il sogno che l’educazione avrebbe cambiato il mondo, rendendolo più giusto e più umano. Ci entusiasma l’idea che da qui possa nascere una esperienza di cambiamento: un mondo costruito con i giovani e per i giovani che sappia raccogliere la sfida della pandemia per uno stile di vita più solidale, più profondo, più attento”.
“Si realizza in questi giorni un grande sogno – ribadisce Francesco Patanè, responsabile dell’ufficio di coordinamento di servizio civile della rete -. La sfida è quella di ripensare seriamente al ruolo che i giovani hanno nella società siciliana, ridando loro strumenti utili, fiducia e centralità, promuovendone e animandone la cultura alla partecipazione e alla cittadinanza attiva, anche in raccordo con le istituzioni competenti, avviando un dialogo con le generazioni adulte. Vedere questi giovani desiderosi di mettersi in gioco, pronti a fare emergere e a mettere a disposizione le loro energie, i loro talenti, e i loro desideri di cambiamento più radicali, ci restituisce una prospettiva e un respiro di futuro. Con loro lavoreremo perché possa nascere una nuova creatività per il bene comune, una nuova vitalità e progettualità per la nostra città“.
RICERCA
Il trasporto pubblico del domani parte da Torino: gli studenti dell’Iaad disegnano i taxi aerei del futuro
SkyGate crede nel futuro e nei giovani talenti: il progetto che vede protagonista Torino nello sviluppo della prima rete italiana di Urban Air Mobility (Uam), ha da poco concluso una collaborazione con Iaad, l’Istituto d’Arte Applicata e Design, che dal 1978 rappresenta uno dei principali poli dell’alta formazione in Europa. La finalità di questa collaborazione, nata dall’accordo tra DigiSky – società promotrice dell’iniziativa SkyGate insieme ad Always – e Iaad, è quella di offrire ai giovani designer l’opportunità di familiarizzare con un settore della mobilità innovativo e attento alla sostenibilità del nostro pianeta. Il progetto ha coinvolto 60 studenti che, divisi in 18 gruppi, si sono cimentati nella progettazione di design di velivoli eVTOL. Ad affiancare i giovani della scuola di design, alcuni studenti del corso di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Torino, partner del progetto SkyGate, che hanno contribuito definendo i requisiti tecnici di progetto. SkyGate ha siglato da tempo accordi con produttori di velivoli, italiani e internazionali, oltre che con player del settore, “ma l’iniziativa congiunta con lo Iaad assume una rilevanza strategica nel costruire sul territorio competenze e talenti in grado di coprire i bisogni futuri del mercato del lavoro in questo segmento così attrattivo”, si legge in una nota.
Al momento, infatti, ci sono più di 200 società nel mondo che stanno lavorando a concept e prototipi di velivoli dedicati alla Advanced Air Mobility, incluse alcune società italiane tra cui uno dei partner di SkyGate, Manta Aircraft, e i primi voli sono previsti tra il 2024 e il 2026, in occasione delle Olimpiadi di Parigi e di Cortina. In questo contesto, SkyGate auspica che il territorio italiano possa giocare un ruolo di assoluto rilievo nello sviluppo di questo mercato, preparando professionisti competenti e motivati.
“Il rapporto dinamico e innovativo con il territorio che da sempre è al centro della filosofia Iaad, ha portato i nostri studenti di Transportation design ad accettare la sfida lanciata da DigiSky sull’importanza di adottare soluzioni alternative di mobilità urbana mirate alla riduzione dell’inquinamento”, dichiara Mauro Bimbi docente Iaad e coordinatore del progetto.
“Ragionando in parallelo su ergonomia e design, i team di lavoro sono partiti dall’analisi dello scenario sociale, organizzativo ed economico del tessuto urbano, per passare allo studio dell’impatto sull’utenza dal punto di vista della piacevolezza e, in seguito, ad una fase più sperimentale relativa all’accessibilità, al comfort posturale, alla visibilità diretta/indiretta e agli spazi di movimento, il tutto tradotto in forme accattivanti di interni ed esterni”, afferma Luca Bar, docente Iaad.
“I giovani dello Iaad”, dichiara Paolo Pari, co-ideatore di SkyGate “si sono rivelati all’altezza della sfida e hanno dovuto integrare le loro competenze di design con gli stringenti requisiti di ingegneria e di meccanica del volo, in un’attività sinergica svolta insieme con gli studenti del Politecnico”.
A conclusione dell’iniziativa, durante un evento in streaming, i 18 progetti sono stati ufficialmente presentati a una giuria ad hoc composta dai docenti Iaad e da Paolo Pari di SkyGate, che ha poi decretato il vincitore. Primo classificato il progetto “Fly-To”, realizzato dagli studenti Davide Bianco Francesetti, Nicola Gadolini, Matteo Ramello ed Emanuele Angioni che si è distinto per completezza ed accuratezza; secondo classificato il progetto “Airto”, degli studenti Ettore Calzoni, Niccolò Casagrande, Matteo Rossetti e Andrea Zavattini, e 3° classificato, il progetto “E-Vton” di Fabio Allegri, Gabriele Combi e Pierangelo Fanizzi.
SPORT
Nelle Madonie un vivaio di giovani talenti tra calcio e inclusione sociale
Grazie a un protocollo firmato a Petralia Sottana tra il Palermo Football Club e l’Ente Parco delle Madonie insieme ai sindaci di tutti i principali Comuni del Parco, presto nascerà un vero e proprio vivaio di giovani talenti madoniti direttamente collegato al settore giovanile rosanero.
Le scuole calcio dei comuni dell’area montana entrano infatti ufficialmente dentro l’ecosistema delle Scuole Calcio del Palermo, sotto il coordinamento dell’Ente Parco delle Madonie.
Decine e decine di bambini e ragazzi dei paesi dell’area montana avranno così la possibilità di vedere finalmente annullata la distanza con i propri coetanei delle aree cittadine, grazie a un progetto che porterà periodicamente i tutor e i professionisti della formazione sportiva del Palermo a sostenere le attività sportive delle scuole del territorio, con appositi stage, sessioni di training e sessioni di valutazione dei giovani talenti, al pari delle scuole cittadine.
Un progetto di inclusione sociale che, attraverso il senso di comunità e il gioco di squadra, ha l’obiettivo di aggregare i giovani sportivi e le loro famiglie, fornendo loro un’opportunità che prima non c’era