Presentato il rapporto Sace 2024: la Sicilia è la seconda regione del Mezzogiorno e decima in Italia per export. L’ad del gruppo, Alessandra Ricci: “Una guida per intercettare le opportunità in un contesto internazionale complesso”
PALERMO – Ieri Sace, il Gruppo assicurativo-finanziario italiano controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze e specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, ha presentato il “Doing Export Report 2024” che approfondisce le potenzialità di crescita dell’export italiano e le nuove rotte su cui le imprese devono puntare, contando sulle soluzioni, le connessioni e gli strumenti di conoscenza di Sace.
La crescita passa attraverso l’innovazione tecnologica
L’evento, il cui main stage è stato a Milano con un collegamento in diretta da Palermo e Bologna, ha presentato il report secondo il quale la crescita passa attraverso l’innovazione tecnologica in tutti i settori. Sul fronte tecnologie low-carbon (Lct), il Made in Italy green raggiungerà i 50 miliardi di vendite all’estero entro il 2025. Il nostro Paese è tra i leader dell’export di beni Lct che è previsto in crescita dell’11,1% nel 2024 e del 13,7% il prossimo anno.
“Le imprese italiane si trovano a varcare la soglia di una nuova era, dove, per essere competitive, devono ripensarsi e investire, puntando su modelli organizzativi agili e sostenibili e guardando al futuro – ha dichiarato Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace –. E per tutto questo, Sace c’è, insieme alle imprese con soluzioni, persone e sedi, in Italia e in tutto il mondo. Il Doing Export Report di Sace è la guida pratica per evolversi, presidiare e intercettare le opportunità per l’export italiano in un contesto internazionale complesso, ma ad alto potenziale per il Made in Italy”. “Buone notizie per l’export: si torna a crescere. L’Italia si conferma tra i primi esportatori al mondo: 679 miliardi nel 2025 e 4% di crescita nei prossimi due anni. E le opportunità provengono dai mercati Gate dove Sace c’è, e che oggi valgono 80 miliardi di euro e potranno valerne 95 al 2027: Messico, Brasile, Colombia, Turchia, Serbia, Egitto, Marocco, Sudafrica, India, Cina, Vietnam, Singapore – ha spiegato Alessandro Terzulli, Chief economist di Sace –. Il futuro non è domani, è oggi e le imprese possono sviluppare il proprio potenziale sfruttando l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie anche nei settori del futuro come la meccanica strumentale applicata all’efficienza, la circolarità applicata ai cicli produttivi e le low carbon technologies che oggi valgono 40 miliardi e potranno valerne 50 al 2025”.
Dopo un 2023 caratterizzato da una relativa e in parte fisiologica debolezza degli scambi di merci, il valore delle esportazioni italiane di beni registrerà un +3,7% quest’anno, +4,5% nel 2025 e +4,2% in media nel biennio successivo. Il valore in euro nel 2024 supererà i 650 miliardi mentre il prossimo anno raggiungerà i 679 miliardi. Si conferma il trend positivo anche per l’export nazionale di servizi, con una crescita media in valore del 4% nel 2024-2027, grazie anche al continuo sviluppo delle tecnologie digitali più avanzate, in particolare dell’intelligenza artificiale, che faranno da apripista a una nuova fase della globalizzazione.
Sicilia decima regione per esportazioni
“La Sicilia, che conta oltre 294mila imprese attive di cui circa 11mila Pmi, è la seconda regione del Mezzogiorno e la decima a livello nazionale per esportazioni con una quota del 2,2% sul totale delle vendite oltre confine italiane”, ha spiegato Chiara Pollicina, Relationship manager Sicilia e Calabria. “Nel 2023 – ha proseguito Pollicina – l’export siciliano di beni si è attestato su un valore di oltre 14 miliardi di euro, in contrazione del 16,6% rispetto all’anno precedente. Nei primi tre mesi del 2024 (ultimo dato disponibile) le esportazioni siciliane hanno registrato un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2023, segnando un’ottima performance se confrontata con il dato negativo nazionale (-2,8%). Lo scorso anno Siracusa è risultata essere la principale provincia per export, rappresentando da sola il 59% sul totale delle vendite regionali oltreconfine, seguita da Catania (17%) e Messina (11%)”.
A livello di specializzazioni territoriali, si è evidenziata una buona dinamica dell’ortofrutta di Catania sia lo scorso anno sia a inizio 2024, a fronte di un andamento negativo di vini e liquori di Agrigento, Palermo e Trapani. Nei primi tre mesi dell’anno si è registrato anche un calo delle vendite di pomodoro di Ragusa e Siracusa, dopo un forte rialzo nel 2023. L’export verso Gibilterra, primo mercato di sbocco delle vendite regionali (circa 1,6 miliardi di euro accolti) ha registrato nel 2023 un incremento del 15,1%, sul traino dei raffinati che rappresentano quasi la totalità delle vendite siciliane verso il Paese. Tra i principali mercati europei di destinazione, Spagna (+18,2%) e Germania (+29%) hanno mostrato performance positive, mentre sono stati registrati cali per la Croazia (-24,7%), terzo mercato di destinazione dell’export regionale, e Francia (-18,4%).
È stato riportato un andamento positivo anche dagli Stati Uniti, secondo mercato di sbocco, verso cui le vendite sono aumentate di oltre il 14%, sulla spinta di raffinati e prodotti elettrici. Il primo trimestre 2024 ha mostrato trend positivi verso quasi tutti i principali mercati di destinazione, quali Croazia (+52,6%), Stati Uniti (+24,3%), Spagna (+29,5%), Gibilterra (+33,4%) e Germania (+1,1%), con l’eccezione della Francia (-12,2%). “Tra il 2023 e i primi mesi del 2024 – ha concluso Pollicina – Sace ha sostenuto progetti delle aziende siciliane per un totale di circa 1 miliardo di euro”.