Facta non verba - QdS

Facta non verba

Pino Grimaldi

Facta non verba

venerdì 28 Ottobre 2022

A cento anni – un secolo – di distanza dalla apertura della XXVI Legislatura del tempo monarchico iniziato nel 1861 si è aperta la XIX legislatura del tempo repubblicano con il giuramento nella mani del Presidente Mattarella del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dei suoi 24 Ministri componenti il Consiglio che hanno giurato fedeltà alla Costituzione entrata in vigore il 1 Gennaio del 1947 a firma di De Nicola, De Gasperi e Terracini.

Hanno giurato su una delle tre copie originali custodita al Quirinale: la Carta Magna che regola la nostra Nazione con i suoi 139 Articoli e le 26 Norme finali e transitorie che hanno regolato e regolano la vita sociale e politica dell’ Italia oggi, sia pure nel tragico tempo che attraversiamo, una delle sette nazioni più progredite e democratica dell’Occidente.

In teoria la legislatura appena nata finirà nel 2027 a gioia di quanti la vedranno compiersi con uno svolgimento che si spera sia di stabilità, armonia e giusti ricompensi a quanti operano per il bene di uno Stato che affonda le radici nella cultura del buono e del giusto, ma che nei secoli ha dovuto subire attentati e disastri politici e socio economici non indifferenti e che per la prima volta vede una donna Giorgia Meloni a guidare il Paese che è ancora contaminato dalla pandemia, in ansia per una guerra in piena Europa ,a confrontarsi con una crisi energetica, una povertà con 5,6 milioni di cittadini che rischiano la fame ed una gioventù che pur potendo avere lavoro preferisce, causa precariato imperante andar via a trovarlo in altre terre che molte volte diventano loro patrie.

La Meloni si è caricata sulle spalle tutto ciò dopo avere vinto, e bene, le elezioni del 25 Settembre scorso battendo con la sua coalizione di destra una sinistra che ha dominato per dieci anni, pur mai eletta, e che non ha dato i risultati promessi. La Signora è tosta: nel senso più ammirevole del termine. Viene dalla gavetta politica, “non è ricattabile”, non ha scheletri negli armadi della sua giovane età, ed all’entusiasmo e l’orgoglio di far “ciò che deve fare” aggiunge senso di responsabilità e l’orgoglio di sapere che ha iniziato una nuova era dove non vi è spazio per ciò che desidera o meno: ma solo il senso del dovere costituzionale elevato a potenza di amore per la Patria.

Ha alle spalle una coalizione che dopo i mormorii, le incomprensioni – e anche isterismi – dei giorni precedenti al giuramento si è mostrata compatta e univoca: consapevole che se tiene può essere maggioranza di legislatura. Si è scelta ministri presi in buona parte dal suo inner circle: persone che conosce da anni che le sono state sempre vicine sulle quali può contare e ne ha selezionate altre “per bene”(rara avis!) che la coopereranno e la proteggeranno testimoniando senso della correttezza, responsabilità e amor di Patria.

Ha tutto Giorgia Meloni per far essere gli Italiani più sereni, a prescindere dalla proprie ideologie.
Bene:“facta non verba” e riuscirà nell’intento buono e giusto che si prefigge.

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