Falsi incidenti stradali, 10 arresti in Campania: coinvolti avvocati e giudici - QdS

Falsi incidenti stradali, 10 arresti in Campania: coinvolti avvocati e giudici

Patrizia Penna

Falsi incidenti stradali, 10 arresti in Campania: coinvolti avvocati e giudici

mercoledì 08 Gennaio 2020

Truffe ai danni delle assicurazioni e del Fondo di garanzia per le vittime della strada. “Sistema a delinquere seriale” con ruoli precisi. Altre 14 denunce.

NAPOLI – Una vera e propria “fabbrica degli incidenti”, con falsi sinistri stradali e conseguenti truffe con risarcimenti milionari ai danni delle compagnie assicurative e del Fondo di garanzia per le vittime della strada: la Polizia Stradale di Roma, coordinata dalla Procura della Capitale e coadiuvata dalla Stradale di Napoli, ha eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata alla truffa alle assicurazioni e connessi reati contro la fede pubblica e la pubblica amministrazione. Denunciate altre 14 persone.

Troppi incidenti stradali e, soprattutto, troppe similitudini tra i sinistri per non destare il sospetto delle compagnie assicurative che si vedevano costrette ad erogare numerosi risarcimenti. È partita proprio dalle denunce delle compagnie di assicurazione e del Fondo di garanzia per le vittime della strada l’indagine sviluppata in prima battuta dalla Procura di Napoli e poi dalla Procura capitolina, alla quale il fascicolo è stato trasferito per competenza, in quanto coinvolto un giudice di pace di Sant’Anastasia (Napoli).
Quello che è emerso, dopo circa due anni di investigazioni dei poliziotti del Compartimento Polizia Stradale per il Lazio e l’Umbria, è stato un vero e proprio “sistema” per trarre ingenti profitti da incidenti stradali mai avvenuti, costruiti “ad arte” da una vera e propria organizzazione a delinquere specializzata e ramificata nel territorio campano, che agiva in modo seriale.

Il protagonista principale era un esperto avvocato del Foro di Avellino che, insieme ad alcuni colleghi, si adoperava per “inventarsi” l’ennesimo incidente, costruendo la dinamica ed il fascicolo del sinistro, curando i dettagli in ogni singola fase. In pratica i sinistri stradali, mai avvenuti, venivano opportunamente rappresentati come “incidenti con fuga”, dove l’ipotetico responsabile era sempre irreperibile. Prospettazione che agevolava l’ottenimento dell`ingiusto profitto.

Agli investigatori il sistema è apparso quasi come una rappresentazione teatrale, dove ogni attore aveva un preciso ruolo ed un copione da recitare. In questo senso, la sceneggiatura dell’incidente prevedeva, come prima fase, quella del reclutamento degli attori: previo compenso, venivano ingaggiate persone che fingevano di essere vittime di incidenti stradali ed altre, invece, che dovevano interpretare il ruolo dei testimoni, rendendo falsa testimonianza sulla dinamica del sinistro. La finta vittima, dopo aver conferito il mandato all’avvocato, veniva contattata da altri membri dell’organizzazione per essere accompagnata presso strutture sanitarie pubbliche, dove il medico compiacente stilava certificati che attestavano conseguenze traumatiche, post incidente, inesistenti.
Ulteriore caratteristica del copione criminale consisteva nell’ideare, in molti i casi, incidenti stradali sulla base di radiografie già illegalmente possedute dall’organizzazione, dalle quali scaturiva la diagnosi del primo soccorso, ovviamente con lesioni compatibili alle circostanze del sinistro. In tali episodi gli esami diagnostici e la documentazione sanitaria di ignari pazienti, veniva acquisita illecitamente dalle strutture sanitarie.

L’avvocato inoltrava la richiesta risarcitoria al Fondo di garanzia per le Vittime della strada, restando poi in attesa di ricevere una congrua proposta economica di indennizzo. A questo punto emerge il secondo livello organizzativo del sistema criminale, dove l’avvocato ed i suoi sodali si avvalevano dei contatti con un Giudice di Pace ed un Cancelliere. Quest’ultimo si è rivelato come figura strategica del sodalizio criminale, in quanto nella fase di iscrizione a ruolo, “pilotava” il fascicolo del finto sinistro dirottandone l’assegnazione al Giudice di Pace compiacente. Il dispositivo delle Sentenze, in questo modo, non poteva che essere favorevole e blindato.

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