Fase 2, intesa raggiunta in Cdm, da lunedì l'Italia riapre - QdS

Fase 2, intesa raggiunta in Cdm, da lunedì l’Italia riapre

redazione web

Fase 2, intesa raggiunta in Cdm, da lunedì l’Italia riapre

sabato 16 Maggio 2020

Poco dopo l'una di questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato il Dl quadro, in vigore fino al 31 luglio. Conte, "entriamo a pieno regime nel nuovo corso, ottima la collaborazione con le Regioni". Sondaggio Confesercenti, il 27% non vuol riaprire

Si è concluso poco dopo l’una di questa mattina il Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera al Dl quadro sul secondo step della cosiddetta Fase due, al via da lunedì 18 maggio.

Prima dell’incontro in serata con i governatori, la discussione, a quanto si è appreso, si era concentrata sulle difficoltà delle imprese ad affrontare le regole per la riapertura.

In particolare, Iv aveva posto il problema delle aperture differenziate per le imprese con più insediamenti dislocati nel Paese, in caso di linee guida diverse da Regione a Regione. Un problema superato dall’intesa stretta su linee guida unitarie, valide da un estremo all’altro del Paese.

All’una e sedici minuti l’annuncio dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge quadro che traccia il contesto della nuova fase di ulteriore allentamento delle misure.

Il premier Giuseppe Conte ha spiegato che, “varato il Decreto, che delinea il quadro fino al 31 luglio, entriamo a pieno regime nel nuovo corso”.

Conte, “ottima collaborazione con le Regioni”

Il Presidente del Consiglio ha definito “ottima la collaborazione con le Regioni: procediamo insieme e da loro avremo informazioni costanti sui contagi, condividendo le responsabilità”.

Dal 18 maggio, dunque, nessuna limitazione di spostamenti all’interno delle regioni. Resta vietato l’assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Ok alle funzioni religiose nel rispetto dei protocolli tra Governo e confessioni. Fino al due giugno, invece, non saranno possibili spostamenti tra una regione e l’altra a meno di urgenti motivi di salute o lavoro.

Il decreto legge approvato dal Cdm “delinea il quadro normativo nazionale all’interno del quale, dal 18 maggio al 31 luglio 2020, con appositi decreti od ordinanze, statali, regionali o comunali, potranno essere disciplinati gli spostamenti delle persone fisiche e le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali” hanno spiegato da Palazzo Chigi al termine del Cdm.

Nessuna limitazione agli spostamenti nella stessa Regione

Le stesse fonti hanno confermato che a partire da lunedì “gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione”.

“Lo Stato o le Regioni – è stato sottolineato – , in base a quanto previsto dal decreto-legge del 25 marzo, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica”.

Vietati fino al due giugno gli spostamenti tra Regioni

Restano invece vietati fino al due giugno “gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza”, ha chiarito ancora il Governo. Aggiungendo che dal tre giugno gli spostamenti tra regioni diverse “potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati in base all’articolo 2 del decreto-legge del 25 marzo in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico”.

Le norme “varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali”.

Comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.

Confermato il divieto di uscire per chi è in quarantena

Secondo il dl approvato dal Consiglio dei ministri, è inoltre confermato “il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al covid-19, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria”. La quarantena precauzionale “è applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di soggetti positivi al virus”.

Vietato l’assembramento in luoghi pubblici, sì alle messe

Resta vietato, inoltre, “l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

E il mancato rispetto “dei contenuti dei protocolli o delle linee guida regionali o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione, determina la sospensione dell’attività economica o produttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”.

Il Dl conferma che “le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni, contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio”.

Le sanzioni fino a tremila euro per chi viola le regole

Il Dl prevede inoltre sanzioni da quattrocento a tremila euro e lo stop delle attività da cinque a trenta giorni per chi viola le regole, aggirandole.

“Le violazioni delle disposizioni del decreto, o dei decreti e delle ordinanze emanati per darne attuazione – si legge in una nota di Palazzo Chigi – sono punite con la sanzione amministrativa contenuta nell’articolo 4,
del decreto-legge del 25 marzo” con le somme indicate, “aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo”.

Sondaggio Confesercenti, il 27% non vuol riaprire

Sono sei su dieci, tra negozi, bar e ristoranti, le imprese intenzionate a riaprire lunedì.

Emerge da un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione.

A trattenere le imprese dalla riapertura è “soprattutto il timore di lavorare in perdita, ma anche il rebus delle regole di sicurezza e la paura del coronavirus”.

Gli imprenditori intenzionati ad aprire il 18 maggio sono il 62%, contro un 27% che ha invece già deciso di rimanere chiuso.

È ancora incerto l’11%, e deciderà durante il fine settimana.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017