Formazione Sicilia, tanti problemi. Corrao: "Denaro sprecato" - QdS

Formazione in Sicilia, l’UE scopre problemi strutturali. Corrao (Verdi): “Spreco di denaro”

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Formazione in Sicilia, l’UE scopre problemi strutturali. Corrao (Verdi): “Spreco di denaro”

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sabato 14 Gennaio 2023

L'europarlamentare Corrao sul problema della formazione in Sicilia: "Cattivo utilizzo dei soldi dei contribuenti, serve ricominciare".

L’europarlamentare dei Verdi, Ignazio Corrao, intervistato dal Quotidiano di Sicilia per parlare delle gravi lacune burocratiche e organizzative relative alla formazione in Sicilia.

Onorevole Corrao, come mai l’Unione europea si accorge solo adesso dei problemi strutturali che interessano la formazione in Sicilia?

“L’Europa non se ne accorge adesso. È stata sollecitata, come da prassi, da una segnalazione. La mia interrogazione ha permesso di mettere al corrente il Parlamento Europeo dei problemi legati all’avviso 22”.

Unioncamere ci dice che a gennaio le assunzioni previste in Sicilia sono circa 23mila e sempre Unioncamere riferisce che quasi un profilo su due non si trova. Oltre ad un sistema di formazione regionale che no nguarda ai mestieri del futuro abbiamo un altro gravissimo problema, che è quello delle competenze. Cosa fare?

“Sulla base dei dati è evidente che si tratta di un gap di sistema. Il problema è tutto burocratico e organizzativo perché un pubblico funzionante è in grado di incentivare lo sviluppo delle competenze e creare le condizioni per agevolare l’ingresso al mercato del lavoro. Il sistema della formazione in Sicilia è ancora un modo per accaparrare risorse pubbliche e al contrario lo schema organizzativo potrebbe essere utile per far fare un salto di qualità ai lavoratori siciliani.

Tecnicamente stiamo parlando di spreco di denaro fatto da corsi fantasma o programmi non formanti, quindi non in grado di dare sbocchi di mercato”.

Da dove ripartire?

“Serve partire dalla consapevolezza del cattivo utilizzo fatto dei soldi dei contribuenti siciliani, mettere una pietra sopra al sistema attuale e ricominciare tutto daccapo. Le prospettive di lavoro, poi, non devono essere certo contratti a pochi mesi”.

Vecchi e nuovi mestieri, ma la formazione è un vicolo cieco.

“Dipende, ci sono dei giovani che sono riusciti a fare attività in agricoltura in maniera innovativa, sono riusciti per capacità e per formazione propria, ma per molti altri subentra l’arrendevolezza. Stiamo regalando denaro pubblico. Se la formazione verrà utilizzata come strumento di crescita, capendo le esigenze di mercato, allora la Sicilia potrà continuare a fare passi avanti. Nel settore agricolo ci sono infatti realtà che si sono posizionate bene sul mercato, ma il potenziale regionale resta ancora enorme. La Sicilia deve saper mettere in campo programmi formativi veramente performanti”.

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