Formazione in Sicilia, le richieste di Cifa Italia e Ciforma

Formazione professionale in Sicilia, le richieste di Cifa Italia e Ciforma alla Giunta regionale

Formazione professionale in Sicilia, le richieste di Cifa Italia e Ciforma alla Giunta regionale

Redazione  |
venerdì 05 Gennaio 2024

“Introdurre un sistema di rating degli enti di formazione. No ai ribassi indiscriminati e attenzione ai contratti pirata. Istituire subito un tavolo tecnico”

“Istituire un tetto massimo dei contributi erogabili in favore di ciascun ente di formazione può essere un’azione utile a raggiungere gli obiettivi di trasparenza ed efficienza nell’uso delle risorse pubbliche, ma certamente non l’unica”. Lo dichiara Lucia Alfieri, presidente di Ciforma, la federazione che associa enti di formazione. Inserendosi nel dibattito sulla proposta di emendamento alla normativa che introduce il tetto massimo dei finanziamenti pubblici incassabili da ciascun ente di formazione (l. n. 23/2019), Alfieri chiede che “venga introdotto un sistema di rating degli enti di formazione che ne valuti serietà e affidabilità, a partire dalla verifica del contratto collettivo applicato”.

La perdita di professionalità

L’applicazione dei contratti pirata, ancor oggi praticata da molti enti di formazione, alcuni dei quali hanno detenuto sinora l’oligopolio dell’offerta formativa in Sicilia, ribassa il costo del lavoro, determinando la perdita di professionalità di alto livello. Questo ribasso indiscriminato produce una ricaduta estremamente negativa sulle casse dell’erario, in quanto consente un inammissibile margine di guadagno agli enti che rendicontano a UCS (unità di costo standard) un costo del lavoro non sostenuto. Dato che l’UCS si calcola sulla base dei costi indicati dai contratti leader, gli enti che applicano i contratti “pirata” percepiscono un importo superiore, calcolabile in un 30% circa, rispetto ai costi effettivamente sostenuti per personale e docenti.

Per la presidente di Ciforma “è urgente attivare un sistema di controllo e monitoraggio per verificare la corretta applicazione del contratto collettivo nazionale leader o equiparato della formazione professionale, secondo quanto previsto e disciplinato dal decreto interministeriale 29/2007 e dalle norme sull’accreditamento”.

L’azione di controllo dovrebbe essere poi assistita dalla tempestiva applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente (accreditamento e avvisi), che sono l’esclusione dai percorsi IEFP e la revoca del costo rendicontato a UCS per la parte dell’importo superiore a quanto effettivamente sostenuto applicando il contratto pirata.

Solo in presenza di una verifica seria e di un reale monitoraggio del possesso e del mantenimento dei requisiti previsti dalla normativa sull’accreditamento può innescarsi un meccanismo trasparente e oggettivo che valuti le performance degli enti di formazione, fino a prevedere per i più “virtuosi” l’erogazione di contributi oltre il massimale di finanziamento ex lege previsto. Il sistema dovrebbe tenere conto di vari parametri, tra cui la qualità dei programmi formativi offerti, l’efficacia nell’inserimento lavorativo dei partecipanti, la trasparenza amministrativa e la conformità al contratto collettivo applicato.

La proposta di Cifa Italia

A sostegno della proposta di Lucia Alfieri, il presidente dell’associazione di imprese Cifa Italia, Andrea Cafà, ribadisce: “Il rating di qualità degli enti di formazione avrebbe significativi impatti finanziari. Gli enti con valutazioni elevate potrebbero beneficiare di contributi pubblici più consistenti, mentre quelli con valutazioni inferiori sarebbero soggetti a una revisione più approfondita dei finanziamenti pubblici e indotti a introdurre significativi miglioramenti”.

“L’introduzione del sistema di rating” – conclude Cafà – “contribuirebbe a ottimizzare l’allocazione delle risorse economiche destinate alla formazione, evitando lo sperpero di pubblico denaro e garantendo un utilizzo responsabile delle risorse con l’effetto di alzare il livello della qualità dell’istruzione e della formazione professionale”.

I rappresentanti di Cifa Italia e di Ciforma invitano il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Girolamo Turano, nonché l’assessore al Lavoro, Nuccia Albano, ad avviare un capillare sistema di monitoraggio e controllo degli enti di formazione in attuazione della normativa sull’accreditamento regionale, e ad attivare l’Ispettorato del lavoro per verificare i contratti collettivi applicati e comminare le eventuali sanzioni. Chiedono, inoltre, l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto per valutare in tempi brevi l’introduzione di un sistema di rating per gli enti di formazione come strumento chiave per garantire il controllo delle risorse economiche pubbliche e la corretta applicazione dei contratti collettivi di categoria.

“Solo attraverso un impegno comune per la trasparenza e l’eccellenza sarà possibile plasmare un futuro in cui la formazione professionale sia davvero un pilastro per lo sviluppo individuale e la crescita economica del Paese” concludono i due presidenti.

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