"Cavallotto" compie 70 anni e, per festeggiare la ricorrenza, ha scelto di aprire le porte con un grande evento presso la sede di Catania
Una catena di librerie storiche, simbolo della cultura siciliana e non solo. “Cavallotto” compie 70 anni e, per festeggiare la ricorrenza, ha scelto di aprire le porte con un grande evento presso la sede di Catania ubicata in Corso Sicilia 91. Centinaia le presenze, con un occhio di riguardo verso giovani e bambini sotto forma di tante novità pensate per la nuova generazione. Questo senza però dimenticare un passato che resta glorioso. Padrona di casa, naturalmente, la signora Adalgisa Cavallotto, moglie dell’indimenticato fondatore Vito, accompagnata dalle figlie libraie Concetta, Anna e Luisa. Libri, opere e tanto divertimento, accompagnati da un delizioso rinfresco per tutti i presenti.
Adalgisa Cavallotto ai microfoni del Quotidiano di Sicilia: “Traguardo importante: ora guardiamo ai più giovani”
“70 anni dall’apertura a Caltanissetta nel 1954, un momento storico per noi – le parole di Adalgisa Cavallotto al Quotidiano di Sicilia – poi ci siamo trasferiti a Catania e abbiamo aperto qui nel 1968. E’ iniziata in quel momento un’attività frenetica, senza l’appoggio di Leonardo Sciascia che ci aveva accompagnato a Caltanissetta. In terra etnea abbiamo proseguito con il nostro lavoro e tante iniziative che man mano andavano svolgendosi come presentazioni di libri, ospiti importantissimi ed artisti di grosso calibro che passavano da noi. Mentre ci allargavamo anche a Palermo, mio marito nel ‘76 purtroppo è morto a seguito di un incidente lungo l’Autostrada. Nessuno credeva più in noi, chiunque ci consigliava di tornare a Caltanissetta. Io, però, con la mia tenacia, seguendo tutto quello che aveva fatto mio marito per tantissimi anni, non ho voluto passare la mano e ho proseguito a Catania. Con sacrifici enormi, miei e delle mie figlie, siamo ancora qua e stiamo aprendo un nuovo reparto, innovando con attività diverse per venire incontro ai desideri dei giovani che hanno altre preferenze. Sempre, ovviamente, continuando a credere nel libro e nella lettura”.
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