Frode al fisco a Messina, quasi otto milioni di beni sequestrati - QdS

Frode al fisco a Messina, quasi otto milioni di beni sequestrati

Frode al fisco a Messina, quasi otto milioni di beni sequestrati

martedì 01 Giugno 2021

Dalla Guardia di Finanza all'imprenditore Giordano. La truffa era portato avanti da un decennio da diverse società del medesimo gruppo operante in diversi settori imprenditoriali. Il trust maltese

Militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Messina hanno eseguito un provvedimento di sequestro per una maxi frode fiscale del valore di quasi otto milioni di euro.

Sono stati sequestrati conti correnti, rapporti bancari, quote societarie, beni immobili, tra cui quelli in dotazione a un trust di diritto maltese.

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Procura della Repubblica peloritana, guidata da Maurizio de Lucia al termine di accurate indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina.

L’inchiesta ha svelato una truffa ideata e realizzata da un imprenditore messinese Antonio Giordano, di 53 anni, tramite una società che opera nel settore delle pulizie di edifici, con il coinvolgimento di un complice e prestanome, Sebastiano Rodilosso, di 68 anni, finalizzata a evadere le imposte sul reddito e sul valore aggiunto.

I due soggetti e la società risultano indagati per “omessa e infedele dichiarazione dei redditi, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, falso in bilancio, autoriciclaggio e per non aver predisposto modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire reati tributari”.

La frode è andata avanti per quasi un decennio e ha visto coinvolte anche diverse altre società, tutte riconducibili al medesimo gruppo imprenditoriale, che operano nei più svariati settori commerciali (edile, delle pulizie, dei trasporti e della grande distribuzione), con lo scopo di ottenere degli illeciti guadagni derivanti dalla mancata dichiarazione e pagamento delle imposte.

Il raggiro è stato realizzato attraverso una società formalmente di Milano, ma di fatto invece domiciliata a Messina, e attraverso complessi artifici contabili volti a dissimulare la relativa realtà economica, finanziaria e patrimoniale.

Nel dettaglio, la società, dopo aver maturato un elevato debito tributario nei confronti dello Stato, derivante dalla sistematica evasione fiscale realizzata negli anni, è stata svuotata delle sue ricchezze finanziarie ed economiche, attraverso più azioni giustificate come cessioni di rami aziendali a favore di una new company, con lo stesso oggetto sociale il tutto al fine di impedire al fisco l’effettivo recupero delle somme evase.

Il giro di trasferimenti finanziari tra più società costituenti il gruppo che fa capo all’imprenditore messinese è stato smascherato grazie all’analisi dei flussi bancari e della documentazione amministrativo-contabile della principale società indagata.

Con lo scopo di blindare il tesoretto sottratto alla tassazione fiscale accumulato nel corso degli anni, è stato poi costituito un trust di diritto maltese, nel quale è finito il patrimonio illegittimamente accumulato. Sono stati sequestrati i conti correnti e i rapporti bancari che fanno capo sia alle persone fisiche sia alla persona giuridica e la maggioranza delle quote della società proprietaria di un noto centro commerciale di Messina e decine di lussuosi immobili di una società di costruzioni.

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