Tra problemi di sovraffollamento e carenze varie, è tempo di agire nelle carceri siciliane: la nota dell'assessore Messina.
“L’assessorato regionale delle Autonomie locali ha avviato una ricognizione nei Comuni in cui sono presenti strutture penitenziarie per sensibilizzare i sindaci alla nomina dei garanti comunali per i diritti dei detenuti”.
Lo ha reso noto ieri l’assessore regionale delle Autonomie locali Andrea Messina, nel corso della seduta dell’Assemblea regionale siciliana, rispondendo a un’interrogazione parlamentare.
Garanti comunali per i detenuti, regolamento per i Comuni
“L’intervento, pur non rientrante nelle competenze dell’assessorato, prende atto delle criticità registrate all’interno degli istituti di pena, quali suicidi, sovraffollamento, insufficienza di psichiatri e psicologi, ripetute aggressioni nei confronti del personale, e vuole offrire agli enti locali un supporto concreto nella conoscenza di un prezioso strumento di garanzia dei diritti civili”, afferma ancora Messina.
“Il legislatore attribuisce la competenza in materia di nomina del garante comunale per i diritti dei detenuti ai sindaci, ma non si può non riconoscere – sottolinea l’esponente del governo Schifani – la rilevanza costituzionale dei diritti tutelati da questa figura che incontrano la sensibilità di questo Assessorato e richiamano l’esigenza di agevolare l’attivazione degli strumenti previsti dalla legge per tutelare le persone detenute e le loro famiglie. I miei uffici stanno già collaborando con il garante regionale per la redazione di un regolamento-tipo indirizzato alle amministrazioni locali che non si sono ancora dotate del garante, così da coadiuvarli nel procedimento amministrativo”.
Come funziona la figura del garante
Il garante comunale è nominato dai sindaci nel cui territorio si trova un istituto penitenziario o un centro di detenzione amministrativa operativo e opera a titolo gratuito. Questa figura è una conquista recente della normativa nazionale e regionale nell’ambito del riconoscimento dei diritti delle persone detenute ed è il risultato di un lungo processo di emersione del carcere dall’invisibilità, nella prospettiva della riabilitazione e del reinserimento socio-lavorativo delle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale.
L’intervento dell’Assessorato delle Autonomie locali nasce dalla consapevolezza che si tratti di un atto dovuto in virtù delle convenzioni internazionali e dei principi costituzionali, ma anche della situazione critica in cui versano le realtà detentive. Nell’attività di propulsione l’assessorato opererà in collegamento con il garante regionale dei detenuti Santi Consolo, e con l’assessore regionale della Famiglia Nuccia Albano.