Gela, impianto di trattamento rifiuti, avviato confronto in Municipio - QdS

Gela, impianto di trattamento rifiuti, avviato confronto in Municipio

Liliana Blanco

Gela, impianto di trattamento rifiuti, avviato confronto in Municipio

venerdì 01 Settembre 2023

A Gela si è tenuto un Consiglio comunale monotematico sulla questione, ma nonostante dati ed evidenza scientifiche i “signor No” continuano a osteggiare il progetto. Così i rifiuti invadono le strade

GELA (CL) – Mentre sui social network il pubblico, non esattamente specialistico, ne parla da tempo, finalmente la questione termovalorizzatore è approdata in Consiglio comunale. Come si ricorderà, la Regione ha individuato l’area gelese per realizzare una delle strutture per il trattamento dei rifiuti previste nell’Isola.

In aula consiliare si sono presentati soltanto 14 consiglieri su 24 e, nonostante l’invito, non si sono presentati neanche rappresentanti della Regione, accusati da molti rappresentanti del territorio di aver calato la decisione dall’alto, senza preventive consultazioni. A introdurre i lavori è stato uno dei proponenti del monotematico, il consigliere Rosario Faraci, che ha spiegato la necessità di avere ulteriori informazioni sul progetto.

A illustrare i dettagli dell’impianto sono stati l’ad di Asja ambiente Tommaso Cassata e, per Maire Tecnimont, Giacomo Rispoli. Come sottolineato, l’impianto non è un inceneritore: esso sfrutta processi chimici e la maggior parte dei rifiuti arriveranno via treno. Il Distretto circolare ha una capacità produttiva di circa 185.000 tonnellate l’anno di metanolo e di 3.000 tonnellate l’anno di idrogeno, generate dalla conversione chimica di 400.000 tonnellate l’anno di rifiuto non riciclabile. La collocazione è prevista nell’area della raffineria di Gela.

Quest’ultima, ricopre un ruolo altamente strategico in quanto garantisce il riutilizzo parziale delle infrastrutture e dei collegamenti esistenti per le operazioni di import/export dei prodotti. La struttura, infatti, è dotata di un raccordo ferroviario interno, che potrebbe essere utilizzato per la ricezione dei rifiuti e per minimizzare l’arrivo via camion.

La tecnologia Waste to chemicals consiste nella conversione chimica de rifiuti non riciclabili, che oggi sono smaltiti in discarica o via incenerimento. Nel processo di conversione chimica i rifiuti vengono trasformati in gas di sintesi (detto syngas) attraverso il recupero del carbonio e dell’idrogeno.

Nonostante dati e dimostrazioni scientifiche, però, continuano a levarsi le voci di chi, sembra più per difendere posizioni ideologiche ormai superate, continua a opporsi ciecamente all’installazione di tale struttura. Tra questi, vi sono soprattutto i rappresentanti del Movimento 5 stelle all’Ars Giampiero Trizzino, Ketty Damante e Nuccio Di Paola. In città si è anche costituito un comitato, rappresentato da Paolo Scicolone, che ha avviato una raccolta di firme.

Voci, come detto, che non sembrano disposte ad ascoltare come la tecnologia di trattamento industriale dei rifiuti, nel corso degli anni, abbia fatto passi da gigante (sul QdS lo scriviamo da circa un decennio, ndr) e soprattutto non sembrano saper indicare soluzioni alternative per tirare fuori la Sicilia dalla schiavitù delle discariche.

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