Amministrazione e cittadini contro la cessione delle reti. Il sindaco Gaglio: “Il quadro giuridico parla chiaro. Lavoriamo al riconoscimento di un terzo requisito per la salvaguardia del servizio”
CAMASTRA (AG) – Quello legato al servizio di erogazione idrica è un tema molto scottante perché, se attualmente dai rubinetti delle case l’acqua corrente scorre 24 ore su 24 con un costo annuale in bolletta che si aggira attorno ai 100 euro, la gestione, che fino questo momento è di competenza esclusiva del Comune che attinge da una ricca sorgente sotterranea, potrebbe passare ad Aica (Azienda idrica Comuni agrigentini).
Una possibilità che ha scatenato numerosi malcontenti in città, tanto che i residenti hanno anche formato un Comitato di protesta, cui hanno aderito anche amministratori e consiglieri comunali, che si è riunito in assemblea nel Centro sociale del paese, da cui è uscito uno slogan: “L’acqua non si tocca, faremo le barricate”.
Abbiamo contattato il sindaco Dario Gaglio per comprendere meglio la situazione: “Ferma restando la volontà dell’attuale Amministrazione di non cedere le reti idriche, il quadro giuridico, normativo e politico, purtroppo, dice altro. Secondo una legge nazionale, i Comuni, che non hanno riconosciuto i requisiti di salvaguardia (art. 147) su fonte di approvvigionamento, tutela del corpo idrico e posizione geografica di area naturale in cui deve necessariamente ricadere la sorgente, non possono gestire le reti idriche. Camastra, attualmente risulta essere sprovvisto solo del terzo requisito sulla locazione territoriale della fonte”.
“Mi hanno invitato più volte a cedere le reti – ha aggiunto il primo cittadino – ma la mia è sempre stata una ferma opposizione. Inoltre, abbiamo dato incarico a un geologo per fare delle verifiche sui requisiti richiesti, il quale ha rilevato che la nostra sorgente ricade appunto all’interno di un’area naturale, anche se il bacino si trova a valle. Quindi, dopo aver avuto la relazione idrogeologica, ho richiesto di procedere con il riconoscimento dell’articolo 147, in modo tale da poter continuare in house”.
Il primo cittadino ha poi ricordato come, nel 2019, egli sia stato uno dei fondatori del Comitato idrico: “Allora abbiamo incontrato la Commissione prefettizia del Comune per spiegare le motivazioni sulla non conveniente cessione delle reti, dopo un incontro costruttivo ne è scaturito un incarico, da parte dell’amministrazione commissariale, a un legale del foro di Reggio Calabria al fine di presentare un ricorso, attestato a giugno 2020. A oggi non è stata convocata nemmeno un’udienza: esiste solo una richiesta di accesso agli atti”.
Gaglio ha poi evidenziato i possibili danni della cessione delle reti: “Questo comporterebbe un aumento dei costi per i cittadini, ma anche diversi disservizi nell’erogazione, perché, se fino a oggi il servizio è garantito tutti i giorni dal lunedì alla domenica, con annessi interventi tempestivi di manutenzione, con la gestione in mano ad altri potrebbe non essere più così”.
“La legge – ha concluso il sindaco – va senza dubbio rispettata, ma se possiamo adesso dimostrare il terzo requisito per avere riconosciuta la salvaguardia, non vedo perché non possiamo continuare con la gestione. Nel caso farò un esposto in Procura”.