Nel nostro Paese mancano i leader - QdS

Nel nostro Paese mancano i leader

Carlo Alberto Tregua

Nel nostro Paese mancano i leader

mercoledì 18 Novembre 2020

Essere leader non è dell’italiano incazzoso, indolente ed umorale, che si sente un c… e mezzo. Chi si sente, non è leader.
Jannik Sinner, a soli 19 anni, è entrato nel gotha del tennis mondiale dopo aver vinto la Apt di Sofia. Il ragazzo ha dichiarato che quello che ha fatto è frutto di grandi sacrifici, di restrizioni alla sua vita privata e di dedizione al suo lavoro. Egli è destinato a diventare un leader mondiale della sua branca sportiva, anche perché – ha ancora dichiarato – intende profondere ulteriori sacrifici e spandere molto sudore per crescere e maturare adeguatamente.
La questione della leadership non è secondaria, perché quando un’organizzazione di persone, una nave o un aereo, un’impresa o una Pubblica amministrazione, hanno comandanti mediocri (che si scelgono collaboratori mediocri), quelle strutture funzionano male, con enorme danno di tutti coloro cui prestano servizi.
Leader non è colui che ritiene di esserlo, ma colui che viene riconosciuto tale per i suoi meriti e le sue capacità.

Reciprocità, ecco una parola sconosciuta ai più, una parola che indica la necessità di funzionare a doppio senso: dare e avere, prima dare e poi avere. Mentre molte persone stanno con la mano tesa pretendendo di ricevere prima ancora di aver dato.
E poi la becera mentalità di chi, quando fa qualcosa per gli altri, pone la domanda: “What’s for me?”(cosa c’è per me?).
L’egoismo è nato con l’uomo e sarà sempre presente nelle persone umane. Ciò non toglie che le letture, i saperi, i maestri dovrebbero insegnarci prima il principio del dare e poi quello della reciprocità: non posso chiedere nulla se non faccio qualcosa per i terzi.
Quello che scriviamo non è una considerazione filosofica, ma ben concreta, assistendo allo scenario politico, sociale ed economico che degrada ogni giorno di più, perché gli attori sulla scena ed i registi dietro le quinte sono soggetti di scarso livello morale e di una mediocrità mai raggiunta in questi settant’anni dal Dopoguerra.
Molti si trincerano dietro la dicotomia Destra-Sinistra: una vera idiozia. La vera dicotomia è fra persone per bene e persone per male.
Ma secondo voi, attenti lettori, gente come Conte, Di Maio, Salvini ed altri dell’attuale ceto politico, si possono considerare leader? Non opino, lasciandovi la responsabilità delle vostre valutazioni.
Intendiamoci, vi sono persone eccellenti nella Pubblica amministrazione, in Banca d’Italia e nel sistema bancario italiano, imprenditori di alto livello, manager di provate capacità. Ma non contano i punti, conta la retta, vale a dire una più generale diffusione dell’eccellenza rispetto alla mediocrità.
Con i notevoli fondi messi a disposizione dall’Europa, il Governo dovrebbe correre per presentare progetti nei filoni di ambiente, high tech, utility, rinnovabili, sanità, infrastrutture.
Ma per selezionare questi progetti ci vogliono le capacità, mentre oggi tutta la compagine governativa – è dimostrato dal progetto di legge di bilancio del 2021, passato orsono alle Camere – mostra che l’attenzione è votata interamente ai sussidi, alle graziose elargizioni a questo e a quello, ai ristori, ma quasi niente verso le citate attività, che muoverebbero la ruota economica dello sviluppo, dell’occupazione e la ricchezza, generatrice di imposte.

Non vogliamo generalizzare, ma si sente il bisogno di una classe dirigente politica e civile che non continui a muoversi sul percorso dell’egoismo, trascurando del tutto il bene comune. Una minoranza di essa non è sufficiente per ribaltare questo pernicioso stato di cose.
E, tuttavia, ha il dovere di continuare nel suo percorso di informazione alla popolazione meno abbiente e meno colta, nel tentativo di far sorgere nella testa di quelle persone la luce della verità che le spinga a chiedere conto e ragione ai responsabili istituzionali del loro operato.
E, per essi, i media sociali, giornali, radio e televisioni dovrebbero portare all’esterno la voglia di riscatto del nostro Paese, che è chiesto dalla popolazione, ma non udito da chi ha responsabilità di guidarla.
Costoro non hanno letto Du contrat social di J. J. Rousseau, che assegnava alla classe dirigente la responsabilità di guida. Benedetta ignoranza!

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