Sacco elenca le differenze tra le reti, ricordando per esempio come Open Fiber stia realizzando “una rete di telecomunicazioni in fibra che non ha vincoli tecnologici con il passato”. “Pertanto – osserva il docente -, può sfruttare fino in fondo tutti i vantaggi tecnologici dati dalla fibra, che permette lunghi tratti, anche decine di chilometri, senza bisogno di ripetere il segnale”. E “il numero delle centrali non è l’unica cosa che cambia tra una rete interamente in fibra e una che ancora deve mantenere il rame”, dice Sacco che cita uno studio di Arthur D. Little: “una rete soltanto in fibra garantisce un tasso di guasti tra 2,5 e 15 volte inferiore rispetto a una in rame; i costi di manutenzione sono tra 2,1 e 7,1 volte inferiori; il consumo energetico per il suo funzionamento è tra 2,2 e 6,7 volte più basso. Per questo, molti operatori che, come TIM, possiedono una rete nazionale in rame, hanno già da un pò avviato la migrazione verso le reti in fibra”.
E ancora: “Un’altra discrepanza sostanziale è che la rete di Open Fiber è pensata all’origine per offrire un servizio all’ingrosso e dare una rete autonoma fino a 20 operatori diversi per ogni area servita con la massima flessibilità. Ogni operatore può scegliere se avere suoi apparati in centrale, a casa dell’utente, comprare la sola fibra spenta o accesa da OF o anche l’interconnessione dalla centrale alla rete Internet”.
(ITALPRESS).