In quale misura il verbo osare (e volare) faccia ancora parte del loro vocabolario
Nella scorsa puntata abbiamo parlato della grande impresa compiuta da Arturo Ferrarin, il pilota vicentino di Thiene che nel 1920 con un biplano di seconda mano da 250 cavalli, l’Ansaldo S.V.A. 9, volò da Roma a Tokyo.
Il comun denominatore tra il trasvolatore Ferrarin e i quindici imprenditori di cui narriamo le gesta nel libro “Imprenditori e samurai” è di sicuro l’esplorazione in tutte le sue forme: nuove rotte, nuovi territori, nuovi mercati, nuovi rischi, nuove opportunità.
Il biplano di seconda mano di questo de Saint-Exupéry italiano è un laboratorio volante alimentato da un propellente misterioso. Su quelle ali Ferrarin si gioca la vita come una partita a dadi. Con una postilla poetica dedicata al suo motore, “sempre ubriaco di benzina e di spazio che ha squarciato i silenzi dell’infinito con l’urlo rauco dei suoi 250 hp”.
Una citazione futurista che dà il senso di quanti anni luce ci separino da quel febbraio del 1920.
Tutto è cambiato da allora. Non resta che scoprire quanto di Arturo Ferrarin abbiano ereditato i nostri imprenditori.
E in quale misura il verbo osare (e volare) faccia ancora parte del loro vocabolario.
La letteratura italiana ci offre due libri formidabili che ci aiutano a rispondere a questa domanda. Due libri a lungo ignorati o snobbati dall’accademia italiana.
Il primo contiene e analizza un saggio di Carlo Cattaneo (1801-1869) del 1861 dal titolo: Del pensiero come principio di economia pubblica. Si tratta del più importante saggio economico di Cattaneo, nel quale cattaneo affronta il tema di quali siano i fattori principali dello sviluppo economico. Secondo Cattaneo i due fattori principali dello sviluppo sono: l’intelligenza (che viene prima ed è più importante della conoscenza, Knowledge), e la volontà (che oggi chiamiamo, The will to manage) che è ciò che fa superare ostacoli e difficoltà.
Leggendo le storie del nostro libro non ho potuto non pensare al saggio di Carlo Cattaneo perché queste storie confermano in pieno l’intuizione anticipatrice di Cattaneo sul ruolo centrale di intelligenza e volontà quali fattori di sviluppo sia di una singola impresa che di un sistema imprenditoriale.
Carlo Cattaneo, sociologo, storico, economista, è uno dei maggiori pensatori sociali europei dell’800.
Come scrive il principale biografo (Lacaita): “Carlo Cattaneo è ingegno poliedrico, e non facilmente riconducibile a schemi prefissati. Nei suoi molteplici interessi vi è pure, ed occupa una parte rilevante, l’economia. In primo luogo, l’economia pratica, in relazione alla quale Cattaneo resta un riferimento essenziale, come esempio dei modi e dei metodi con cui affrontare e capire i problemi economici nella loro concretezza. Ma in secondo luogo anche l’economia teorica o la politica economica, nell’ambito della quale il suo pensiero, anche se sempre contenuto nei limiti del saggio e spesso occasionato da eventi o letture particolari, si caratterizza per originalità e vigore.”