“Il Kouros ritrovato” al museo Paolo Orsi di Siracusa - QdS

“Il Kouros ritrovato” al museo Paolo Orsi di Siracusa

“Il Kouros ritrovato” al museo Paolo Orsi di Siracusa

sabato 12 Settembre 2020

La statua esposta è costituita dal congiungimento di una testa apollinea e dal torso acefalo di Efebo

Inaugurata al museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa la mostra “Il Kouros ritrovato”. Detta mostra era stata voluta e curata dal compianto assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, poco prima della sua scomparsa. La statua del Kouros esposta è costituita dal congiungimento della testa apollinea rinvenuta nel ‘700 dal principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello, attualmente custodita presso il Museo del Castello Ursino di Catania, e dal torso acefalo di efebo acquisito nel 1904 da Paolo Orsi, custodito nel Museo Archeologico di Siracusa.

La mostra è promossa dalla Regione Siciliana, dal Comune di Catania (Assessorato alle Attività e beni culturali) e dalla Fondazione Sicilia, in collaborazione con l’Associazione LapiS. L’organizzazione e la produzione della mostra sono di Civita Sicilia.

L’idea di ricongiungere il torso del Kouros e la Testa Biscari, che era stata lanciata dal critico d’arte, Vittorio Sgarbi, e dal Sindaco di Catania, si è concretizzata grazie al sostegno della Fondazione Sicilia che nel 2018 ha incaricato Sebastiano Tusa del coordinamento tecnico-scientifico ed esecutivo.

Era stato lo stesso Sebastiano Tusa, a restituire integrità alla statua, risolvendo la disputa che per anni ha impegnato la comunità scientifica in supposizioni e ipotesi sull’effettiva pertinenza dei due reperti a unica scultura di età arcaica.

La statua, che poggia su un supporto espositivo realizzato dallo scultore palermitano Giacomo Rizzo, dopo il restauro eseguito dalla ditta Siqilliya, è stata presentata per la prima volta l’11 novembre del 2018 a Palermo nella Sala della Cavallerizza di Palazzo Branciforte, sede della Fondazione, e nel 2019 è stata esposta nelle sale del Castello Ursino a Catania.

Per l’iniziativa di ricongiungimento delle due parti della scultura sono state determinanti le indagini petrografiche e geochimiche effettuate dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) già nel 2011 e integrate nel 2019.

Grazie ai risultati delle indagini è stato possibile affermare in maniera univoca che testa e collo del Kouros sono parti della stessa opera scolpita in un blocco di marmo, prelevato nell’isola greca di Paros. Per l’assemblaggio reversibile dei due reperti si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel ‘700, colmando “la brevissima lacuna” con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza, appositamente progettata e prototipata.

All’inaugurazione era presente l’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, che ha dichiarato: “Con l’esposizione del Kouros rendiamo omaggio alla città di Siracusa e alla sua storia con un’iniziativa che celebra la bellezza al suo massimo livello. Il “Kouros ritrovato”, come ci piace definire la “nuova” statua, infatti appare ai miei occhi come un esempio di kalòs kai agathòs giacchè simbolicamente unisce bello e buono: la bellezza di un unicum che mette un punto fermo a una storia fatta di discordanze, e la bontà che invita idealmente noi siciliani a riflettere sulla necessità di superare gli individualismi per cercare sempre le ragioni che ci uniscono in vista di nuovi e più preziosi obiettivi”. La mostra resterà aperta fino al 7 marzo 2021.

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