Incendi, già in fumo 9 mila ettari in Sicilia nel 2024

Incendi, già in fumo 9 mila ettari in Sicilia. “Forestali siano utilizzati anche ad agosto”

Incendi, già in fumo 9 mila ettari in Sicilia. “Forestali siano utilizzati anche ad agosto”

Simone Olivelli  |
martedì 30 Luglio 2024

I numeri del portale “Effis” registrati tra il 15 maggio e il 29 luglio. Il Sifus Confali lancia l’allarme sullo stop agli operai stagionali e le associazioni chiedono di essere ascoltate

Ben oltre novemila ettari andati in fumo. Per quanto il confronto con la disastrosa estate 2023 possa far pensare che nell’anno in corso i danni causati dagli incendi siano stati finora contenuti, i numeri raccontano una verità diversa. Il dato – 9.117 ettari per l’esattezza – fa riferimento al periodo che va dal 15 maggio, giorno in cui ufficialmente è iniziata la campagna antincendio, e il 29 luglio ed è ricavato dal portale Effis, sviluppato nell’ambito del progetto europeo Copernicus.

Incendi, i dati in Sicilia nel 2024

Mettendo da parte i dati, per nulla rassicuranti, sui roghi divampati dall’inizio dell’anno, la provincia più colpita da quando la Regione ha attivato ufficialmente le procedure di contrasto è quella di Agrigento con oltre cinquemila ettari. Subito dopo ci sono Palermo, Caltanissetta ed Enna con rispettivamente 998, 918 e 899 ettari. Al quinto posto Catania, dove gli ettari bruciati sono stati 636, seguita da Ragusa con 263 e Siracusa con 181. Il dato su Messina è di 177, mentre la provincia finora meno lambita dalle fiamme è stata quella di Trapani, dove gli ettari bruciati – stando alle immagini raccolte dai satelliti – sono stati 23.
A essere impegnati sul campo sono i forestali e i vigili del fuoco, mentre dall’alto agisce la flotta degli elicotteri noleggiata dalla Regione e, all’occorrenza, intervengono i mezzi della flotta dello Stato, canadair in testa. Il tema dell’antincendio continua però a portarsi dietro le polemiche legate alla manutenzione delle aree boschive e demaniali.

Nei giorni scorsi, il sindacato Sifus Confali ha pesantemente criticato la decisione di sospendere temporaneamente per il mese di agosto le attività degli operai stagionali che non sono impegnati direttamente nell’antincendio. Una prassi non nuova nella pianificazione delle attività da parte della Regione, ma che quest’anno – alla luce dei danni registrati lo scorso anno e delle promesse arrivate dalla politica sull’aumento delle giornate lavorative per il comparto – si sperava venisse messa da parte. Così però non sarà. “L’utilizzo dei lavoratori forestali nei Comuni si sta rivelando più utile che mai – è l’appello che arriva dagli operai che da anni hanno un punto di riferimento on line nel Blog dei forestali – Le tante strade provinciali sono delle vere polveriere, quindi gli operai al posto di essere licenziati nel mese di agosto, possono essere spostati per dare una mano ai cantonieri (rimasti in pochi, insufficienti a completare il lavoro) ma anche ai Comuni. Sarebbe da incoscienti non utilizzarli e mettere in sicurezza il territorio. La prevenzione è l’unica arma che disarma gli incendiari criminali, e nello stesso tempo fa risparmiare miliardi di euro ai contribuenti”.

Il confronto tra attivisti e istituzioni

Fuori dai palazzi, intanto, gli attivisti che seguono da vicino la problematica degli incendi la scorsa settimana hanno fatto il punto della situazione nel corso di un’assemblea tenutasi a Palermo a cui hanno preso parte l’Osservatorio permanente sui disastri ambientali, il Comitato Basta Incendi, il Nodo palermitano della rete siciliana di permacoltura e l’associazione Fenice Verde. A trovare spazio nel confronto sono state le difficoltà finora avute nell’interloquire con il governo Schifani. “A partire da luglio 2023 l’Osservatorio ha tentato il dialogo con le istituzioni, ed in particolare con il governo regionale. Tutte le misure per la prevenzione proposte sono state ignorate. Dopo solleciti ripetuti al confronto, invio di documentazione tecnica e di una lettera firmata da circa cinquecento persone ed associazioni mandata a Schifani, i rappresentanti del coordinamento sono stati indirizzati all’assessorato territorio e ambiente”, si legge in un resoconto dell’assemblea.

Tuttavia, dopo la comunicazione da parte dell’assessora al Territorio Elena Pagana dell’intenzione di istituire un tavolo tecnico tra Regione e attivisti, nulla fin qui è stato fatto: “C’è stato un incontro il 3 luglio. Da quel momento, nonostante i solleciti mandati via Pec, non vi è più stata risposta da parte dell’assessora Pagana o di Schifani. Dal canto proprio gli attivisti hanno concordato una serie di iniziative, che dovrebbero essere sviluppate sia in presenza che sul web, per sensibilizzare la cittadinanza affinché un tema come quello degli incendi rimanga in cima all’agenda politica e venga affrontato in maniera concreta ed efficiente. Tra le idee proposte c’è quella di coordinare l’invio massivo di e-mail alla Regione per chiedere di svolgere le funzioni di protezione e mitigazione che le competono, ma anche la possibilità di proiettare sulla facciata dell’Ars il documentario Terra Nera.

Il catasto incendi

L’attenzione è rivolta anche al tema del catasto incendi: il 31 luglio scadranno i termini per l’aggiornamento del documento che i Comuni devono redigere per stilare la cartografia delle aree percorse dal fuoco, sulle quali – così come previsto dalla legge – far scattare i vincoli in merito ad attività di pascolo, riforestazione e cambio di destinazione d’uso urbanistica. In caso di mancato rispetto della scadenza da parte del Comune di Palermo, gli attivisti prevedono un intervento civico al primo consiglio comunale disponibile e avviare colloqui con le forze politiche che si oppongono all’amministrazione Lagalla. L’assemblea è servita anche per ragionare sulle iniziative da prendere per sensibilizzare la popolazione sugli effetti indiretti causati dai roghi, come la siccità. “Gli incendi, rimuovendo la vegetazione, diminuiscono l’efficienza ecosistemica di accumulare l’umidità dell’aria (criptoprecipitazioni) e le precipitazioni (che invece di infiltrarsi ruscellano superficialmente), di conseguenza diminuisce il volume d’acqua nella falda acquifera. Inoltre il fuoco libera nel suolo sali inorganici che vanno a salinizzare l’acqua rimasta, rendendola col tempo inutilizzabile a scopo potabile ed irriguo”, hanno ricordato gli attivisti. Ad accelerare il fenomeno di salinizzazione delle falde acquifere sono poi l’uso dell’acqua salata per le attività di spegnimento tramite elicotteri e canadair, ma anche la pressione turistica.

“Localizzata sulle coste – si legge nel documento stilato a chiusura dell’assemblea – esaurisce velocemente le riserve idriche accelerando il fenomeno di salinizzazione delle falde acquifere costiere. I turisti non sono informati ed educati al risparmio idrico”. Per questo l’idea è quello di avviare una campagna di comunicazione che, tramite l’uso di Qr Code e traduzioni dei testi, possa mettere a conoscenza delle criticità che interessano la Sicilia anche coloro che, nonostante tutto, hanno deciso di raggiungere l’isola per trascorrere le vacanze.

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