Inflazione agosto 2023, i DATI Istat sulla Sicilia: città più care - QdS

Inflazione, Sicilia “in linea” ma i prezzi non scendono: ecco le città più care

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Inflazione, Sicilia “in linea” ma i prezzi non scendono: ecco le città più care

Michele Giuliano  |
lunedì 18 Settembre 2023

Tutto sommato i dati ISTAT sull'andamento dell'inflazione non portano cattive notizie per la Sicilia, ma i prezzi rimangono al di sopra della media in tre grandi città: ecco quali.

Nel mese di agosto da poco finito, per le famiglie siciliane è stato calcolato un rincaro annuo medio di 1.009 euro. Questo, in termini concreti, significa l’inflazione al 5,4%, secondo quanto calcolato dall’Unione nazionale consumatori in base agli ultimi dati forniti dall’Istat.

Si tratta, per fortuna, di una cifra importante ma che rimane, in termini assoluti, più bassa rispetto alla media nazionale. Nella penisola, infatti, il rincaro medio annuo sale a 1174 euro per un nucleo familiare composto da una coppia con un figlio. In percentuale, invece, la regione si allinea perfettamente alla situazione nella penisola. Tutto sommato un buon risultato, considerato che la regione più costosa, la Liguria, segna una inflazione annua del 6,8%, che si traduce in una spesa ulteriore di 1403 euro. Al contrario, i numeri minori sono stati registrati in Basilicata, con 678 euro di spesa aggiuntiva per il 3,5% di inflazione.

Inflazione agosto 2023: Messina, Palermo e Catania sempre tra le più costose

Le principali città siciliane – secondo i dati Istat sull’inflazione ad agosto 2023 – rimangono però al di sopra della media nazionale: la più esosa delle tre è Messina, che segna una spesa aggiuntiva di 1163 euro all’anno per la famiglia media, per una inflazione che arriva al 6,1%. Poco sotto, Palermo, al 5,7% e 1132 euro spesi in più. Quindi, Catania, al 5,5% di inflazione e una spesa di 1092 euro. Appena al di sotto della media nazionale, Siracusa, in cui si spendono 1011 euro in più, per il 5,3% di inflazione.

Dato ulteriormente positivo per Trapani, dove l’inflazione ad agosto è scesa al 4,2%, con una spesa aggiuntiva di 801 euro. In testa alla graduatoria nazionale, Grosseto, al +7,2%, la seconda più alta d’Italia dopo Brindisi (+7,3%), con una maggior spesa aggiuntiva su base annua di 1623 euro. La città più virtuosa d’Italia è Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+3,4%), dove si spendono soltanto 671 euro.

“Attenzione”: i prezzi non scendono

“Per una coppia con due figli – afferma Massimiliano Dona, presidente di Unc – l’inflazione a +5,4% significa un aumento del costo della vita pari a 1506 euro su base annua. Di questi ben 761 euro servono solo per far fronte ai rialzi del 9,9% dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, 800 euro per il carrello della spesa a +9,4%. Il primato va alle famiglie numerose con più di 3 figli, con 1699 euro, 948 euro per il carrello della spesa”.

Il calo registrato rispetto a luglio di circa mezzo punto percentuale non è abbastanza, quindi, per dare respiro alle famiglie. “Anche se il dato migliora rispetto alla stima preliminare, non c’è alcun sollievo per le famiglie visto che i prezzi già astronomici continuano lo stesso a salire. Il raffreddamento dell’inflazione annua – conclude Dona – è solo un’illusione ottica, perché i prezzi salgono ancora, solo ad un ritmo inferiore”.

Immagine di repertorio

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