Influencer, Corecom: “Necessari interventi per l’attività"

Influencer, l’appello di Corecom: “Necessari interventi normativi per regolamentare l’attività”

Influencer, l’appello di Corecom: “Necessari interventi normativi per regolamentare l’attività”

Roberto Greco  |
giovedì 18 Aprile 2024

Capitanio, AGCOM: “Siamo di fronte a nuovi media e trattarli come tali, auspicando contenuti trasparenti ed etici, non fa altro che valorizzante il ruolo e la professionalità di chi ci lavora”

Si è tenuto oggi, nella sala Mattarella dell’Assemblea Regionale Siciliana il convegno organizzato dal Corecom Sicilia dal titolo “Social media e influencer tra evoluzione normativa e fenomeno sociale: il ruolo dei Corecom”.

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Influencer, le linee guida per l’attività

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, lo scorso gennaio, ha approvato le linee guida volte a disciplinare l’attività degli influencer. Si tratta di un importante passo nel disciplinare un’attività che ha conosciuto una rapidissima espansione negli ultimi anni. Il primo punto è rappresentato dall’aver messo nero su bianco un’esatta definizione di influencer, ossia soggetti che creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi, sui quali esercitano responsabilità editoriale, tramite piattaforme per la condivisione di video e social media. Da ciò ne discende che anche gli influencer devono attenersi alle disposizioni del TUSMA, il testo unico sui servizi di media audiovisivi. Le linee guida approvate riguardano, in particolare, le misure in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport. Prevedendo un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti.

Coreom, l’intervento di Andrea Peria Giaconia

A fare gli onori di casa è stato il presidente del Corecom Sicilia Andrea Peria Giaconia, che ha ricordato come “questo sia il primo appuntamento promosso dal comitato dal momento del suo insediamento. Un confronto a più voci che vuole accendere un riflettore su un fenomeno, quello degli influencer. che anche di recente ha conquistato la ribalta delle cronache”. “Ma noi – ha sottolineato Peria Giaconia — oggi vogliamo andare oltre, ci interessa guardare e analizzare anche gli aspetti meno evidenti e patinati di questa attività, verificare lo stato dell’arte dell’imponente sforzo regolatorio che sta compiendo l’AGCOM, capire quale contributo ciascun Corecom possa dare, perché ognuno di noi deve fare la propria parte”.

Marrone: “Non bisogna confondere politica, etica e giurisprudenza”

Ha preso poi la parola Gianfranco Marrone, professore ordinario di Semiotica dell’Università di Palermo, che ha analizzato l’argomento dal punto di vista sociologico. “Occorre per prima cosa distinguere fra competenza mediatica degli influencer, più o meno capaci, e legittimità della loro azione — ha detto – ed è chiaro che sono necessari interventi normativi per regolamentare le loro attività, ma questo non significa che tali non possano avere un esito positivo, di apertura e di sprovincializzazione, dal punto di vista culturale. Bisogna, in secondo luogo, non confondere politica, etica e giurisprudenza. L’intervento legislativo, in questo senso, non deve essere né moralistico né ideologico”.

Coreom, Piazza: “I social hanno cambiato alcune dinamiche”

Ugo Piazza, esperto nelle strategie della comunicazione, e commissario del Corecom Sicilia, ha aggiunto: “Oggi qualsiasi discussione riguardante le dinamiche comunicative che in continua evoluzione si esprimono sui social media non può prescindere da una riflessione dal punto di vista sociologico. I social network, di fatto, hanno cambiato la nostra composizione e dinamica relazionale dal punto di vista sociale. Questo non deve spaventare perché il futuro è per natura inarrestabile, ma ciò non toglie che vanno determinate regole per chi li usa come business e per chi ne abusa per istigare comportamenti nocivi o violenti. Resta il fatto che, dietro ogni post che viene messo in rete, c’è sempre un essere umano che lo genera e questi, come tale, incarna il ruolo o il comportamento che ognuno di noi ha all’interno del proprio tessuto sociale”.

AGCOM, Palmigiano: “Influencer? Settore delicato e sensibile”

Sotto la lente d’ingrandimento anche sulla tutela degli utenti e dei consumatori, col punto di vista dell’avvocato cassazionista Alessandro Palmigiano, specializzato in diritto civile e commerciale: “La nuova normativa dell’AGCOM — ha commentato – è importante perché s’inserisce in un quadro in cui già esistono delle tutele per i consumatori, ma quello degli influencer e dei social media è un settore particolarmente delicato e sensibile, per cui la tutela deve essere immediata ed effettiva e proprio per questa ragione il decalogo Agcom è importante perché mette degli ulteriori paletti per rafforzare tali tutele”.

Palmigiano ha inoltre esaminato l’attuale regolamentazione giuridica dell’influencer marketing e, in genere, della pubblicità occulta o subliminale nei canali social e l’impatto che tali fattispecie hanno per i consumatori. Ha illustrato poi la disciplina presente nel Codice del Consumo in materia di pratiche commerciali scorrette, oltre alla normativa sulla pubblicità ingannevole e fornito una disamina dei casi trattati dall’Antitrust e i relativi provvedimenti sanzionatori, partendo dal caso ultimo della Ferragni e del pandoro Balocco.

AGCOM, Capitanio: “Necessaria l’adozione di una linea guida”

In collegamento da remoto Massimiliano Capitanio, commissario dell’AGCOM, ha chiuso il dibattito. “Come dimostrano i recenti fatti di cronaca, regole condivise e trasparenza sui social, soprattutto in termini di pubblicità, fanno bene a tutti, sia agli utenti, in primis, sia agli stessi influencer e creator. L’adozione di poche e semplici linee guida era un atto dovuto perché una fascia sempre crescente di popolazione segue i social per informarsi, intrattenersi e non di rado per orientare le proprie intenzioni di spesa. Siamo di fronte a nuovi media e trattarli come tali, auspicando contenuti trasparenti ed etici, non fa altro che valorizzante il ruolo e la professionalità di chi ci lavora”.

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