Istat, in Sicilia export giù dell’11,3% ma la flessione interessa tutto il Sud - QdS

Istat, in Sicilia export giù dell’11,3% ma la flessione interessa tutto il Sud

Istat, in Sicilia export giù dell’11,3% ma la flessione interessa tutto il Sud

venerdì 11 Settembre 2020

Dinamica positiva registrata soltanto in due regioni: Molise (+30,2%) e Liguria (+3,7%). Nei primi sei mesi del 2020 batosta per Sardegna (-35,3%) e Basilicata (-36,8%)

ROMA – Nel secondo trimestre 2020 il settore delle esportazioni ha perso in Sicilia l’11,3%. Lo ha reso noto l’Istat che ha specificato che la variazione percentuale si riferisce al confronto con lo stesso trimestre del 2019.
“Nonostante la ripresa di maggio e giugno – ha spiegato l’Istituto in una nota -, si stima una netta contrazione congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali a causa del forte calo di aprile: -28,2% per il Sud e Isole, -26,6% per il Nord-ovest, -23,2% per il Nord-est e -23,1% per il Centro.
Nel periodo gennaio-giugno 2020, la diminuzione su base annua dell’export risulta marcata e diffusa a livello territoriale: rispetto alla media nazionale, è più ampia per le Isole (-20,4%) e il Nord-ovest (-16,1%), di pari entità per il Centro (-15,3%), più contenuta per il Nord-est (-14,3%) e il Sud (-13,4%).

Nei primi sei mesi dell’anno, la flessione tendenziale dell’export interessa quasi tutte le regioni italiane ed è più ampia per Basilicata (-36,8%), Sardegna (-35,3%) e Valle d’Aosta (-31,0%). Le performance negative di Piemonte (-21,2%), Lombardia (-15,3%), Veneto (-14,6%) ed Emilia-Romagna (-14,2%) spiegano i due terzi della flessione su base annua dell’export nazionale.
Solo il Molise (+30,2%) e la Liguria (+3,7%) registrano, nel confronto con il primo semestre 2019, una dinamica positiva dell’export.

Nello stesso periodo, il calo delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte e di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia contribuisce alla diminuzione tendenziale dell’export nazionale per 3,5 punti percentuali. Per contro, l’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo dalla Toscana e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lombardia, Veneto, Toscana, Marche ed Emilia-Romagna contrasta per 1,5 punti la flessione dell’export.

Nei primi sei mesi del 2020, i contributi maggiori alla diminuzione su base annua delle esportazioni nazionali derivano dal calo delle vendite di Piemonte (-18,8%) e Lombardia (-16,5%) verso la Germania, di Lazio (-39,9%) e Piemonte (-22,7%) verso gli Stati Uniti e di Piemonte (-22,1%), Lombardia (-17,8%), Veneto (-17,2%) ed Emilia-Romagna (-15,9%) verso la Francia.

L’analisi provinciale dell’export mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane: le peggiori interessano Milano, Torino, Firenze, Brescia, Vicenza e Bergamo.
Tra le performance positive, le migliori si registrano per Arezzo, Rovigo e Genova.

“La dinamica territoriale dell’export nel secondo trimestre 2020 – è il commento dell’Istat – è condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sulle esportazioni italiane nel mese di aprile. Malgrado la diffusa ripresa nei due mesi successivi, la contrazione dell’export, in termini sia congiunturali sia tendenziali, è ampia per tutte le ripartizioni territoriali. Questa dinamica negativa si traduce, nel primo semestre 2020, in una netta flessione su base annua per quasi tutte le regioni italiane. Nei primi sei mesi dell’anno, tuttavia, sono quelle del Nord a fornire i contributi negativi maggiori e, in particolare, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte che, da sole, spiegano i due terzi della flessione tendenziale delle esportazioni del nostro Paese”.

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