Istigazione alla corruzione da studio legale a Catania, il caso - QdS

“Mazzetta” al funzionario in cambio di nulla osta, guai per collaboratrice di studio legale catanese

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“Mazzetta” al funzionario in cambio di nulla osta, guai per collaboratrice di studio legale catanese

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lunedì 11 Settembre 2023

Ecco cosa è emerso dall'indagine partita dalla denuncia di un funzionario della Prefettura etnea.

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, la Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria emessa lo scorso 7 settembre nei confronti di una collaboratrice di uno studio legale di Catania per il reato di istigazione alla corruzione propria.

La donna destinataria del provvedimento è R.S.G., 60 anni. Ecco di cosa è accusata.

Istigazione alla corruzione in studio legale a Catania, guai per collaboratrice

Le indagini scaturite dalla denuncia sporta nel mese di maggio 2023 da un funzionario in servizio alla Prefettura di Catania – coordinate dalla Procura etnea ed eseguite dalla Sezione Reati contro il Patrimonio Unità Anticorruzione della Squadra Mobile della Questura etnea – hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti e in relazione a una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, elementi che dimostrerebbero che R.S.G. avrebbe offerto una somma di denaro al predetto funzionario della Prefettura allo scopo di ottenere il nulla osta di quell’Ufficio per una pratica di un cittadino extracomunitario per la quale lo Sportello Unico Immigrazione, in data 13.1.2023, aveva già notificato, ex art. 10-bis della legge 241/1990, un avviso del provvedimento di rigetto per difetto dei presupposti di legge.

Secondo quanto acquisito l’offerta sarebbe stata formulata mostrando al funzionario un incarto con dentro delle banconote il cui ammontare non veniva specificato dall’indagata (ma la prima era del valore di 50 euro), presentati come “un pensiero” per il predetto funzionario e, a seguito della reazione di quest’ultimo e del dirigente, come una modalità per offrire un caffè o una granita per i funzionari dell’ufficio.

La condotta che si è descritta, allo stato degli atti, integra il reato di istigazione alla corruzione, atteso che l’offerta di denaro sarebbe stata correlata alla richiesta di rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare a un cittadino extracomunitario che non aveva diritto a ottenere tale provvedimento amministrativo.

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